Ma la parte finale dell’età tardoantica, alla
viglia del medioevo, non fu soltanto una storia di continua decadenza,
vi sono infatti singole parti del nostro territorio, come tendono a
mostrare le più recenti ricerche, che videro decise ristrutturazioni,
con vere e proprie rioccupazioni di terre abbandonate. Ma ormai Claterna, come centro di servizi e come riferimento amministrativo,
era venuta meno quasi del tutto.
Tuttavia, nella sia pur generale frammentazione di
quella che fu precedentemente un’unità economica ed amministrativa,
presero corpo altri possibili centri di riferimento. Ad esempio, la
parte più orientale del claternate tra V e VI secolo potrebbe aver
gravitato attorno ad un santuario, scavato recentemente, sorto sul
luogo di un antico centro di scambi, una statio
in prossimità del Sillaro, nei pressi della quale nascerà, molto più
tardi, Castel S. Pietro. Si tratta di una delle prime testimonianze
archeologiche del culto cristiano nel nostro territorio, testimoniato
dalla fondazione di una grande chiesa a tre navate che sembra trovare
nell’architettura ravennate i principali modelli di riferimento.
Qui sono state rinvenute pure le tracce dello stanziamento di una
popolazione di cultura gota, a testimonianza della presenza, anche nel
claternate, di queste genti di attitudini guerriere che, regnante
Teodorico, occuparono stabilmente gran parte dell’Italia sul finire
del V secolo. Il primo stanziamento dei Goti, secondo alcuni storici,
sarebbe da ricercarsi nei paesi del Baltico, in particolare nel
Goetland, regione dell’attuale Svezia, ma questa popolazione abitò
a lungo alcuni paesi a nord del Mar Nero ed in seguito le regioni
balcaniche, prima di giungere in Italia.
Il regno italico del grande re Teodorico segnò in
molti campi una vera e propria ripresa, coinvolgendo attivamente
nell’amministrazione molti personaggi di cultura romana.
Dopo la
guerra greco gotica (535-553), l’Italia fu riconquistata da
Giustiniano, ma ben presto l’arrivo di un altro popolo di origine
germanica segnò le sorti del paese. I Longobardi, alla guida del re
Alboino, varcarono le Alpi nel 568 d.C. e spezzaro definitivamente
l’unità italica: il territorio bolognese, rimasto nell’orbita
bizantina come tutta la parte orientale della regione (l’esarcato
con capitale Ravenna), divenne per alcuni aspetti un territorio di
frontiera, ai confini con il territorio conquistato da questa
popolazione germanica. L’arrivo dei Longobardi, nel I secolo
stanziati alle foci dell’Elba ma trasferitisi in Pannonia nel VI
secolo, segna l’inizio del medioevo in Italia: da questo momento
mutarono definitivamente le condizioni economiche, politiche e sociali.
Claterna aveva già cessato di esistere come esperienza urbana, ed il
suo frammentato territorio cominciò a gravitare nell’orbita dei
centri urbani vicini, Bologna ed Imola. |