Claterna - Archaeological & historical heritage

Capitolo 3 - La fine di Claterna e la trasformazione del territorio in età tardoantica

I primi segni di un profonda crisi coincisero con il cambiamento delle strutture economiche, sociali e politiche dell’Impero, durante quel III secolo che vide il sopraggiungere delle prime incursioni barbariche anche nel cuore dell’Italia centro-settentrionale.

Città e territorio erano intimamente collegate: se a Claterna recenti scavi archeologici hanno mostrato alcune domus e case abbandonate già in età medioimperiale, l’analisi del territorio, condotta anche attraverso survey sistematici, mostra un chiarissimo calo nel numero degli insediamenti sparsi a partire dalla fine del II secolo. Da questa crisi profonda si originerà una radicale ristrutturazione dell’insediamento, con la nascita di poche grandi proprietà a controllo del territorio.

Se in aree vicine vi sono prove della notevole persistenza del fenomeno urbano ad opera di élites collegate alla corte della non lontana Ravenna, che divenne capitale agli inizi del V secolo, a Claterna si innescò un processo irreversibile che portò al suo definitivo abbandono tra V e VI secolo, tanto che la città può essere annoverata tra i pochi casi, nella nostra regione, di discontinuità urbana nel passaggio al medioevo. Il processo di abbandono fu legato da subito alla profonda crisi del territorio, anch’esso recante una manifesta discontinuità, non solo nell’evidente calo dell’insediamento, ma nel venir meno persino della maglia centuriale, che in questa zona, a differenza di quelle limitrofe, appare decisamente meno conservata.


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1. Statua di Massimino il trace

2La fibula e le fibbie gote.

3La chiesa di S. Pietro

Ma la parte finale dell’età tardoantica, alla viglia del medioevo, non fu soltanto una storia di continua decadenza, vi sono infatti singole parti del nostro territorio, come tendono a mostrare le più recenti ricerche, che videro decise ristrutturazioni, con vere e proprie rioccupazioni di terre abbandonate. Ma ormai Claterna, come centro di servizi e come riferimento amministrativo, era venuta meno quasi del tutto.

Tuttavia, nella sia pur generale frammentazione di quella che fu precedentemente un’unità economica ed amministrativa, presero corpo altri possibili centri di riferimento. Ad esempio, la parte più orientale del claternate tra V e VI secolo potrebbe aver gravitato attorno ad un santuario, scavato recentemente, sorto sul luogo di un antico centro di scambi, una statio in prossimità del Sillaro, nei pressi della quale nascerà, molto più tardi, Castel S. Pietro. Si tratta di una delle prime testimonianze archeologiche del culto cristiano nel nostro territorio, testimoniato dalla fondazione di una grande chiesa a tre navate che sembra trovare nell’architettura ravennate i principali modelli di riferimento.
Qui sono state rinvenute pure le tracce dello stanziamento di una popolazione di cultura gota, a testimonianza della presenza, anche nel claternate, di queste genti di attitudini guerriere che, regnante Teodorico, occuparono stabilmente gran parte dell’Italia sul finire del V secolo. Il primo stanziamento dei Goti, secondo alcuni storici, sarebbe da ricercarsi nei paesi del Baltico, in particolare nel Goetland, regione dell’attuale Svezia, ma questa popolazione abitò a lungo alcuni paesi a nord del Mar Nero ed in seguito le regioni balcaniche, prima di giungere in Italia.

Il regno italico del grande re Teodorico segnò in molti campi una vera e propria ripresa, coinvolgendo attivamente nell’amministrazione molti personaggi di cultura romana.
Dopo la guerra greco gotica (535-553), l’Italia fu riconquistata da Giustiniano, ma ben presto l’arrivo di un altro popolo di origine germanica segnò le sorti del paese. I Longobardi, alla guida del re Alboino, varcarono le Alpi nel 568 d.C. e spezzaro definitivamente l’unità italica: il territorio bolognese, rimasto nell’orbita bizantina come tutta la parte orientale della regione (l’esarcato con capitale Ravenna), divenne per alcuni aspetti un territorio di frontiera, ai confini con il territorio conquistato da questa popolazione germanica. L’arrivo dei Longobardi, nel I secolo stanziati alle foci dell’Elba ma trasferitisi in Pannonia nel VI secolo, segna l’inizio del medioevo in Italia: da questo momento mutarono definitivamente le condizioni economiche, politiche e sociali. Claterna aveva già cessato di esistere come esperienza urbana, ed il suo frammentato territorio cominciò a gravitare nell’orbita dei centri urbani vicini, Bologna ed Imola.