Francesco
Raibolini nacque a Bologna nel 1450. Incominciò a lavorare
come orefice, mestiere che non abbandonerà nemmeno in seguito, quando
si dedicherà alla pittura.
Nel
1482 si iscrive alla Compagnia degli Orefici.
Secondo Vasari la formazione nell' ambito dell' oreficeria porta Raibolini
a dipingere tavole di piccolo formato; nel ‘400 guarda soprattutto alla
Venezia di Giovanni Bellini, cui è debitrice la bella “Crocefissione
fra santi “delle Galleria Comunale di Bologna, e alla Firenze quattrocentesca
animata dalle soluzioni classiche è già atmosferiche del Perugino.
Questa formazione culturale, inserita sulla perizia da orafo tipica dell’artista,
produce opere caratterizzate da un nitore smaltato dove le figure si stagliano
su paesaggi morbidi. Nell' ultimo decennio del secolo il pittore raggiunge
forse i vertici della sua produzione bolognese con una serie di tavole fra
cui la Pala Felicini che ora si trova nella pinacoteca di Bologna e la Pala
Bentivoglio nella chiesa bolognese di S. Giacomo.
Per quanto Lorenzo Costa si imponga sempre più come principale artista
della Bologna dei Bentivoglio, il Francia mantiene anche nel primo decennio
del’500 una sua egemonia come attestano gli
affreschi dell' oratorio di S. Cecilia terminati nel 1506.
La fama dell’artista si estende oltre i confini e da Lucca il Francia
riceve una prestigiosa commissione. La città toscana, grazie ai canonici
di S. Frediano, legati agli Agostiniani di Bologna, aveva già preso
contatti con la città emiliana tramite l’intervento di Amico
Aspertini, la cui pittura aveva lasciato un segno nella cultura locale. Così
il Francia eseguì la stupenda tavola con la “Madonna e col Bambino
tra santi“ e la “Deposizione”, opere eseguite nel 1509 per
la cappella Buonvisi di S. Frediano ed oggi esposte alla National Gallery
di Londra.
Francia
tornò a lovorare per Lucca nel 1511 eseguendo la grande “Immacolata
Concezione”, oggi visibile alla cappella Trenta.
Attivo
anche per Ferrara e per Parma, il Francia già dalla fine del primo
decennio è coadiuvato da una vivace bottega in cui operano i figli.
Il pittore muore nel 1517.
Adorazione del Bambino coi santi Giuseppe, Francesco e Agostino, Antongaleazzo e Alessandro Bentivoglio Il committente Antongaleazzo Bentivoglio, che fece eseguire l'opera alla fine del 1498 al ritorno da un pellegrinaggio in Terra Santa, è raffigurato in adorazione accanto alla Vergine. |
”Ma
quello che egli si dilettò sopramodo, e in che fu eccellente, fu il
fare conij per medaglie, … Oltra che fece le medaglie del Signor Giovanni
Bentivoglio che par vivo, e d’infiniti principi, i quali nel passaggio
di Bologna, e egli faceva le medaglie in cera e poi, finite le madri dei conij,
le mandava loro… E fu talmente tenuto eccellente in questo mestiere,
che durò far le stampe sino al tempo di Papa Leone”
(Carlo Cesare Malvasia – Felsina pittrice - Vite dei pittori bolognesi
–1678)