STORIA ANTICA


Claterna

Il territorio di Ozzano Emilia cela una delle piu' interessanti realta' archeologiche della regione. Ad oriente dell'abitato di Maggio, fino al torrente Quaderna, ai due lati della via Emilia si stendono i resti di una citta' antica.

Nessun rudere emerge in superficie; soltanto piccoli frammenti di vetri, ceramiche, mattoni, tessere musive di marmi colorati, monete affiorano dalle zolle arate.

Localizzazione

L'identificazione di quella citta' con Claterna e' sicura; il toponimo persiste in quello del torrente, nel titolo della parrocchia di S. Maria in Quaderna, la' dove i geografi antichi, gli itinerari romani (una specie di guide per viaggiatori, nelle q uali erano elencate le citta' e le stazioni di posta sul percorso delle vie piu' importanti e frequentate dell'impero) collocano Claterna all'incrocio della via Emilia con il torrente che porta lo stesso nome della citta', nel luogo in cui alcune campagne di scavo condotte a partire dalla fine del secolo scorso indicano la presenza di un centro urbano di circa 500 metri di lato. La tradizione locale da sempre conosceva l'esistenza della citta' romana, che nel corso dei secoli era servita come serbatoio di materiale di costruzione; le pietre ed i mattoni romani si riconoscono ancora qua e la' nelle piu' antiche costruzioni del territorio circostante.

Gli scritti antichi

Le notizie di antichi autori, da Cicerone a S. Ambrogio, non molto ci dicono sulla storia della citta'. La sua origine viene fatta risalire agli etruschi sull'analisi del toponimo; come spesso accade (e' anche il caso di Ariminum) la citta' prende il n ome dal fiume ed il toponimo di un elemento naturale e' generalmente assai antico. Il territorio di Claterna e' stato frequentato fin dall'epoca neo-eneolitica da cacciatori che hanno lasciato molte punte di selci finemente lavorate sui pendii e ai piedi delle colline, dove dovevano essere situati i villaggi; lo stesso assetto di abitativita' sparsa si protrasse probabilmente anche durante l'eta' etrusca e quella gallica; alcuni centri abitati, documentati da necropoli, si trovavano nel territorio di Clat erna nell'una e nell'altra epoca.

Le prime notizie delle fonti letterarie che riguardano Claterna si riferiscono ad un episodio della guerra di Modena, quando Irzio, console del 43 a.C., occupo' la citta' e vi pose il campo. Il passo di Cicerone (ad fam. XII,5,20) non sembra lasciar du bbi sul fatto che la citta' fu presa con le armi, essa era quindi gia' abbastanza popolosa ed organizzata per potersi difendere. Evidentemente aveva anche una cinta di mura od un terrapieno fortificato intorno, benche' oggi non ne resti traccia evidente s ul terreno. Dopo quell'evento bellico Claterna conobbe, come altre citta' della regione, un momento di eccezionale floridezza. Infatti risale all'eta' augustea, almeno nelle sue linee generali, l'assetto urbanistico ed architettonico che oggi si scopre, a nche se non mancano i segni di successivi parziali rifacimenti, soprattutto nelle case di maggiori dimensioni.

 

 

La nascita

La citta' come centro civico ed urbanisticamente organizzato nasce con tutta probabilita' nell'eta' romana repubblicana, contemporaneamente, o nei primi decenni successivi alla grande colonizzazione (190-180 a.C.).

Ceramica a vernice nera, del tipo 'campana B' ed alcuni denari d'argento, venuti in luce negli scavi, dimostrano che la citta' esisteva ed aveva raggiunto un certo grado di floridezza alla fine del II sec. a.C.

In quello stesso secolo ed in quello successivo dovette formarsi intorno alla citta' una corona di ville suburbane, che interessa le colline e la pianura prossima alla citta'. Resti sono stati individuati, ma soltanto attraverso frammenti emersi dalle zolle di vasellame e di tessere musive, a sud-est della localita' Molino Bruciato, presso S. Pietro, e Pieve del Pastino ed in altre zone limitrofe, molte delle quali esterne al territorio del comune di Ozzano. Bisogna tener presente infatti che il territ orio dipendente amministrativamente da Claterna era assai piu' grande di quello amministrato dal comune di Ozzano, ma comprendeva un'ampia fascia, della quale non e' possibile attualmente apprezzare esattamente l'estensione, fra Sillaro ed Idice.

Organizzazione centuriale

Scarsi elementi in proposito possiamo trarre dallo studio della rete centuriale del territorio claternate. Le maglie centuriali (assi perpendicolari fra loro, percorsi da vie campestri, che collegavano le varie ville ed abitazioni rustiche, intersecant isi ogni 710 m. circa) sono assai mal conservati in prossimita' del centro antico, contrariamente a quanto avviene per altre citta' della via Emilia; sono meglio conservati nella parte bassa del territorio. In tal zona, che corrisponde al comune di Budrio ,sono state condotte accurate indagini sulla densita' degli insediamenti rurali di eta' romana; i risultati darebbero due insediamenti per ogni maglia centuriale, con una frequenza non molto dissimile da quella attuale. L'irregolare conservazione della r ete centuriale potrebbe aver origine dall'esistenza di numerosi stagni, attestati dalla presenza di limo assai fine e di un elevata percentuale di pollini di piante acquatiche in alcune zone del territorio.

Ritrovamenti

Varie campagne di scavo sono state condotte nel suolo del centro urbano antico, uno dei pochi nella regione a non aver avuto continuita' abitativa dall'antichita' ad oggi. I saggi di scavo, sempre ricoperti, dopo brevi campagne della durata di alcuni mesi, (il terreno e' tutto di proprieta' privata e soltanto nel 1968 si e' proceduto a porre un vincolo sull'area occupata dai resti del centro urbano) hanno messo in luce r eperti di notevole interesse: strade, spiazzi, case, fognature, oggetti d'uso e d'ornamento, iscrizioni, monete. Le abitazioni mostrano stanze spaziose, con bei pavimenti a mosaico o in cocciopesto, decorati con disegni eleganti, geometrici od ispirati a motivi vegetali.

 

A valle della via Emilia

A valle della via Emilia, durante gli scavi eseguiti in due riprese nel 1891 e 1892 furono aperte due trincee dove furono trovate aree acciottolate appartenenti a vie o piazze e, fra queste, abitazioni con cortili, magazzini e pozzi, vasche rivestite d i mattoni e di marmi, pavimenti in mattonelle di terracotta di diverse tonalita'. Fra tutti i reperti architettonici ritrovati negli scavi dell'800 spicca un bel pavimento in tassellato di cubetti di terracotta (circa cm. 2 di lato) con inserti di marmi p olicromi e di parti a mosaico in bianco e nero, che e' uno dei pavimenti romani piu' antichi fra quelli rinvenuti nell'Italia settentrionale, si deve datare infatti intorno alla meta' del I sec. a.C.

 

A monte della via Emilia

Nella parte a monte della via Emilia gli scavi iniziati nel 1898, misero in luce i resti di una grande casa i cui ampi pavimenti musivi erano decorati con grande eleganza; comprendeva diversi ambienti, ma non fu totalmente esplorata. Gli scavi del 1933 non ampliarono l'area messa in luce precedentemente, ma furono interamente volti al recupero dei mosaici pavimentali, che ora sono esposti presso il Museo Civico di Bologna o conservati presso la Soprintendenza archeologica dell'Emilia Romagna.

Ancora nella zona a monte della via Emilia, in un'area piu' ad est, sono stati eseguiti gli scavi piu' recenti negli anni 1959, 1966, 1967.

 

 

 

Queste ultime campagne di scavo hanno messo in luce i resti di una casa romana con diverse fasi di costruzione ed interventi di restauro; i pavimenti sono in cocciopesto e a mosaico, di buona fattura, appartenenti ad una fase piu' antica, databile allo stesso periodo di attiva costruzione edilizia nella prima meta' del I sec. d.C. alla quale appartiene anche la casa scoperta nel 1898; alcuni restauri ed un grande pavimento in cocciopesto, risalenti alla prima meta' del III sec. sono di fattura assai pi u' grossolana. La qualita' piu' scadente di rifacimenti e restauri e' riscontrabile anche in altre citta' romane della regione ed e' dovuta ad un complesso di cause, che sarebbe troppo lungo esporre qui.

 

 

Declino di Claterna

La citta' si impoverisce lentamente nel corso del III e del IV sec.; non tanto pero' da non poter elevare statue agli imperatori, ci restano una base con dedica a Massimino il Trace (alcuni frammenti di scultura potrebbero appartenere ad una statua del l'imperatore, distrutta dopo la condanna del Senato), ed un frammento di ritratto imperiale della meta' del IV secolo. Le iscrizioni non sono molte, quasi tutte conservate presso il Lapidario dei museo bolognese: una ricorda, come patrono della citta' Agr ippa, l'amico e genero di Augusto, un'altra celebra la munificenza di un seviro, che aveva fatto eseguire dei giochi durati sei giorni per la citta'. Altre iscrizioni, ma pochissime, hanno carattere sepolcrale. Fra gli oggetti provenienti da Claterna cons ervati al Museo Civico di Bologna, oltre alla splendida fascia musiva policroma con motivi vegetali, che e' uno dei migliori esempi nel suo genere di tutto il repertorio musivo romano della regione, e' da segnalare un putto di terracotta, di tradizione fi gurativa tardoellenistica, risalente anch'esso alla seconda meta' del I sec. a.C.

La citta' viene ricordata da S. Ambrogio, sul finire del IV secolo, come altre della regione, accomunate da un destino di decadimento economico e forse anche depredate dagli eserciti al servizio di usurpatori e da eserciti barbarici. Viene ancora ricor data in una cronaca ravennate del 423, poi rimane in atti medioevali il nome legato a quello del territorio.