Il piu' antico documento rinvenuto sul Castello di Ozzano, risale all'anno 1099 ed e' un atto di donazione rogato da un notaio che si firma "Tabellio Martinus Ulzianensis Castro"; ovvero "Notaio Martino del Castello di Ozzano". Poi, dal secolo XII, i riferimenti a Ozzano, chiamato con le piu' svariate storpiature: Uggiano, Uzzano, Ulziano, Ugiano, Oggiano, Ozano, Ussanum, si fanno sempre piu' ricorrenti e cio' in virtu' del fatto che l'Ordine dei Monaci di S.Romualdo di Camaldoli aveva fatto edificare, gia' sul finire dell'anno 1000, il Convento di S. Cristina verso Settefonti.
Sull'importanza del
Castello di Uggiano nel XII sec., che in uno schizzo nel 1578
(esistente nella Biblioteca Gozzadini) risultava essere ancora
dotato di mura, non si hanno dubbi; cio' lo si deduce dal fatto
che aveva sotto la sua giurisdizione: la "massa
Basiliano" (oggi S.Andrea) e il "Bibaulus" (ovvero
Bigollo: ritenuta l'altra "entrata" del Castello), e
che al suo interno esercitavano due notai. Da qui appunto la
conferma che il luogo doveva essere molto attivo ed avere una
nutrita comunita', oltre ad una sviluppata economia.
Anche l'assalto subito nel 1175, per opera delle soldatesche al
comando di Cristiano cancelliere dell'imperatore Federico
Barbarossa, fa ritenere che il Castello di Uggiano fosse tra i
piu' strategicamente importanti della zona; e quindi da
saccheggiare ed incendiare. Pare infatti che nella sua Torre, si
trovasse una guarnigione bolognese incaricata della sorveglianza
territoriale e allo scopo di prevenire attacchi alla citta' di
Bologna. Si dice inoltre che la Torre, sia coeva a quella di
Varignana e che con la medesima fosse comunicante, e che qui
stanziasse il famoso cavaliere, miracolato dalla Beata Lucia,
prima di partire per le Crociate. La Torre, di proprieta'
comunale, e' sempre stata utilizzata come torre campanaria: tanto
per segnalazioni religiose quanto per segnalazioni civili o
calamita' naturali. Segnalato nel 1851 come Stemma comunale,
venne adottato ufficialmente solo dal 1881.
Sotto il profilo ecclesiastico va detto che all'interno del castello vi si trovavano due chiese: una intitolata a S. Pietro, fino alla prima meta' del XV secolo senza cura di anime; l'altra intitolata a S.Lorenzo, parrocchia, che pare sorgesse poco prima del fabbricato detto "Le Armi".
Nel corso del XIII-XIV secolo anche Uggiano, cosi' come altre
localita' del contado, subi' paurose calamita' naturali da cui
carestie ed epidemie pestilenziali che produssero innumerevoli
morti ed un conseguente regresso demografico. A cio' poi si
aggiunsero gli assalti delle milizie al soldo delle signorie
bolognesi e dei mercenari del Papa, al comando di Braccio di
Fortebraccio da Montone, che nel 1420 saccheggiarono e
distrussero totalmente il Castello. Prima di ritrovare una pace
stabile, si dovette giungere al 1506 quando cioe', con la
definitiva sconfitta dei Bentivoglio, il Papa ebbe il controllo
su tutto il territorio bolognese. Col
ritorno della quiete pubblica, gli antichi insediamenti subirono
cosi' nuovi sconvolgimenti demografici: molti di essi furono
ridotti a pochissimi abitanti o addirittura scomparvero (vedi ad
esempio Scelta che pare si trovasse nei pressi della chiesa di S.
Cristoforo). In pianura invece, nuovi altri se ne formarono o si
incrementarono moltissime case rurali sparse e ville padronali.
Anche l'aspetto ecclesiastico subi' quindi notevoli
trasformazioni. Nel 1575 infatti, la chiesa di S. Giovanni di
Pastino: parrocchia e pieve, assogettata alla quale si contavano,
sul finire del XIV secolo, ben 24 tra chiese e monasteri, fu
declassata e pieve divenne S. Pietro di Ozzano; mentre della
parrocchiale di S. Lorenzo, soppressa nel 1456, oggi non esiste
la benche' minima traccia o testimonianza. Ridotto ormai a poche
famiglie, il nucleo di Uggiano nel 1630 fu ulteriormente decimato
dalla peste; anche se in misura assai ridotta rispetto ad altre
localita' del contado bolognese. Superata la tremenda calamita'
tra preghiere, salmi e voti all'indirizzo dell'Onnipotente Iddio,
nel 1636 venne fatto edificare il campanile quasi in segno di
ringraziamento per lo scampato pericolo e per segnalare nuove
eventuali calamita'. A distanza di un secolo il mitico borgo
castellano aveva ormai perduto la sua antica supremazia; tanto
che il Calindri nel suo "Dizionario...", del 1783,
registrava la presenza di sole quattro famiglie. Sempre piu'
rafforzata risultava invece la Pieve di S. Pietro, dopo i
restauri e gli ampliamenti del 1771/72.
Ma vediamo come si presenta internamente la chiesa di S. Pietro. Dotata di cinque altari, in quello maggiore possiamo ammirare una splendida tela del 1677 raffigurante la Crocefissione di Gesu', opera di Marc'Antonio Franceschini, gia' allievo dell'illustre Carlo Cignani. In quello dedicato a S. Sebastiano, nella parete di destra, troviamo invece uno splendido quadro raffigurante i Santi: Fabiano, Antonio da Padova e Antonio Abate; mentre in quello intitolato a S. Agata, gia' appartenente alla ricca famiglia Guidalotti, un pregevole quadro che la raffigura. Quindi, nella parete di sinistra, l'altare voluto dalla munifica famiglia Claudini, in onore della B.V. del Rosario; che come le proprieta' fondiarie dei Claudini passo' poi a Guidalotti.
Il quinto altare e' invece intotolato alla B.V. della Cintura, ed ospita una tela raffigurante vari Santi. Assogettati alla chiesa di S. Pietro di Ozzano, erano inoltre gli Oratori: di Pastino e quelli privati di: S. Donnino del "Palazzo Guidalotti di Sopra"; S. Maria della Neve del "Palazzo di Sotto Guidalotti"; della B.V. del Soccorso del "Palazzo Bianchetti"; ed infine quello della "B.V. Addolorata del "Palazzo Malvezzi". Diversi rimaneggiamenti subi' inoltre la chiesa di S. Pietro di Ozzano, ultimo dei quali fu quello eseguito dal celebre architetto Collamarini, del 1926, che ridisegno' completamente la sua facciata: dotandola di timpano e di due nicchie in cui sono le statue dei Santi Pietro e Lorenzo. Nel suo interno inoltre, si trovano le celebri colonnine romaniche, provenienti da Pastino, e l'antico Fonte Battesimale.
Ad un cosi' detto "tiro di schioppo",
possiamo vedere la suggestiva "Fontana Dall'Armi", di
antica memoria e che uno schizzo conservato nella Biblioteca
Gozzadini raffigura di grandi dimensioni gia' nel 1578; qualcuno
la ritiene di probabile origini romane. Poche decine di metri piu' avanti, sulla sinistra, la
"Fontanina Dall'Armi" che nel 1565, Evangelista
Dall'Armi, proprietario dell'omonimo "Palazzo
Dall'Armi" che sorgeva nei pressi, fece costruire per un
piu' comodo uso della popolazione e per evitare contaminazioni.
L'uso pubblico della Fontana, fu poi riconfermato dalla stessa
autorita' municipale durante l'epoca napoleonica; cosi' come
testimonia una lapide oggi ormai illeggibile.