LIBERI E FELICI

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Cipì e Passerì le prove cercavano

e tutti supplicavano.

Oh luna!

Oh bella regina, gentile e carina,

aiutaci tu, che vivi lassù.

“Il signore della notte è mio amico,

andatelo a chiedere a Palla di Fuoco!”

Il sole rispose:

“Ne ho sentito parlare

ma non lo conosco,

non vi posso aiutare!”

Cipì e Passerì dalle bianche nuvole volarono

ma loro, spinte dal vento, 

se ne andarono:

“Chiedete al vento,

non dovete temere,

non rifiuta mai un piacere!”

Il vento arrivò 

e la sua promessa fischiò:

“Quel mascalzone,

se la merita proprio una lezione!”.

Palla di fuoco era guarito

e la primavera era incominciata,

Cipì e gli altri passeri 

si erano radunati

dove il vento li aveva chiamati:

“Volete una prova,

e una prova vi sia data!”

Dentro il buco 

del signore della notte

la testa infilò

e polvere,

avanzi di ossa

e piume lacerate

fuori trascinò.

Cippicippi in pianto scoppiava

mentre Chiccolaggiù 

le piume dei suoi figli cercava.

I passeri il signore della notte

volevano cacciare

e, per la fame, se ne doveva andare.

La dodicesima notte il mostro 

silenzioso sparì

e i passeri non lo videro più.

Che festa,

quei giorni!

I passeri si abbracciavano

e Cipì festeggiavano.

Mamì commossa

al petto se lo stringeva affettuosa.

I giorni passarono,

le stagioni i soliti abiti indossarono

e i passeri del tetto

la loro dura vita proseguirono.

Il sacrificio più non temevano

perchè nel loro cuore di felicità 

cantavano:

al sole,

all'acqua,

ai fiori,

alle nuvolette

e alle ranocchie che di gioia saltavano.


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