Cipì e Passerì raccontarono come due passeretti la felicità inseguirono ma nelle grinfie del signore della notte finirono. Cippicippi di questo racconto non si fidò perchè il signore della notte sempre l'aiutò. Sul grande albero una tremenda confusione si scatenò: qualcuno a Cipì credeva, qualcun'altro il signore della notte difendeva. Dalle parole alle beccate passarono e alcuni nella rissa si spiumarono. Finché prove non avranno i passeri non crederanno. Cipì ai figlioli cominciò a raccontare le storie della vita, quelle vere: la paura nel buco nero, la vita e la morte di Margherì, la guerra dei nuvoloni, l'uomo con il tubo luccicante, le cicatrici di Passerì, il becco uncinato che ammazza chi si incanta. Sui tetti di un castello antico Cipì non trovò un amico: “Ehi tu, parli male del signore della notte?” E ricominciarono le botte. Beccate sulla testa piume che volavano, sbandate, BIM, BUM, BAM. Il passero del castello fuggì scornato e Cipì tornò a casa col cuore spezzato.
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