Una fredda sera il sonno tardava, Cipì sulla tegola si sporgeva, nel buco nero due scintille si accesero davvero.
“Oh bella! Ma chi è, un uccello come me e te?”
Oh no! Occhi come soli, becco come uncino, testa soffice e piumata, ali silenziose come nuvole.
Oh bella! Quando a sete beve il tremolio di una stella!
Io ci credo poco che lui abbia un grosso becco per parlare, il becco serve per mangiare.
Il giorno seguente incominciò e i passeri del tetto Cipì interrogò.
“Chi è l'uccello del mistero che vive nel buco nero?” A Cippicippi domandò: “Quanti figli hai messo al mondo?”
“Tre dozzine” rispose ma il ricordo divenne doloroso: due il gatto gliene aveva mangiati, sei a parlare con le stelline erano andati e a casa non erano più tornati. |