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La nostra 3 giorni da Ozzano alla Raticosa
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Museo "Fantini"
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Diario

I testi non sono, volutamente, nè riveduti, nè corretti !!!!!!!

Valentina

09/04/01:

GIORNO STORICO, IN CUI SONO INIZIATE LE NOSTRE 12 FATICHE!

APPENA PRONTA SONO ANDATA A SCUOLA E UNA VOLTA TUTTI ALL’APPELLO ABBIAMO IMMORTALATO L’EVENTO CON UNA BELLA FOTO DI GRUPPO.

INIZIALMENTE ABBIAMO RITENUTO OPPORTUNO PERCORRERE LA STRADA ASFALTATA DAL MOMENTO CHE IL GIORNO PRIMA AVEVA PIOVUTO. COMUNQUE SIA NON SIAMO RIUSCITI A SCAMPARE AI SENTIERI FANGOSI FRA CROSTACEI TERRESTRI, FARFALLE E VERMI.

CI SIAMO POI DIVISI IN 2 GRUPPI. IO ERO IN QUELLO PIU’ AVANTI CON LA SIMO, LA SERE, EDU, MIRKO, THOMAS, BESMIR E BETUCCHI.

PER ACCORCIARE IL CAMMINO ABBIAMO CERCATO DI "TAGLIARE IL PERCORSO" PASSANDO FRA LE GRAMINACEE DEI CAMPI.

NEL FRATTEMPO L’ALTRO GRUPPO AVEVA AVUTO 2 CONTRATTEMPI: IL PRIMO E’ STATA LA CADUTA IN UNA POZZA DI FANGO DELLA FEDE E L’ALTRA LO SMARRIMENTO DELLA MONETA ETRUSCA O ROMANA DI TAPPO CON LA CONSEGUENTE CADUTA IN UN'ALTRA POZZA PIENA DI FANGO. COSI’ ABBIAMO DECISO DI ASPETTARLI APPENA RAGGIUNTA LA STRADA ASFALTATA.

DOPO 20 RILLASSANTI MINUTI DI ATTESA CI HANNO RAGGIUNTO. MA LA PRIMA TAPPA NON ERA ANCORA TERMINATA. MANCAVA UN TRATTO BELLISSIMO, OMBREGGIATO DAL BOSCO. NON ABBIAMO IMPIEGATO MOLTO TEMPO PRIMA DI DISTACCARCI PIU’ AVANTI DAGLI ALTRI (ERAVAMO SEMPRE LO STESSO GRUPPO). ORMAI ESAUSTI, ABBIAMO CHIESTO A UN CAMIONISTA DI PASSAGGIO DOVE FOSSE L’ORATORIO DI SANT ‘ANNA, OVVERO LA NOSTRA META. EGLI RISPOSE CHE NON ERA MOLTO DISTANTE:

-ARRIVATI IN FONDO ALLA STRADA, L’ORATORIO E’ IL PRIMO EDIFICIO SULLA DESTRA.- (DEFINIRE L’ORATORIO UN "EDIFICIO" MI SEMBRA TROPPO GENTILE, IO LO DEFINIREI UNA BARACCA PERICOLANTE).

POI CI SIAMO SEDUTI PER TERRA, ANCHE SE ERA GHIAIOSA, MA ORMAI ERAVAMO INSENSIBILI A QUALUNQUE TIPO DI DOLORE.

DOPO CIRCA 5 MINUTI E’ ARRIVATO IL PULMINO CHE CI AVREBBE PORTATO ALLA CAVET. GLI ALTRI CI HANNO RAGGIUNTO PIU’ TARDI, MA SENZA LA PROF., INFATTI SI ERA SCORDATA LE RACCHETTE A CA' DEL VENTO, UN "PAESINO" DOVE ABBIAMO SOSTATO UN PO’. QUANDO FINALMENTE CI SIAMO RIUNITI TUTTI, E’ PARTITO IL NAUSEANTE VIAGGIO VERSO IL CANTIERE.

LA STRADA ERA PIENA DI CURVE E L’AUTISTA ERA PIENO DI SEGATURA (NELLA ZUCCA)!!! ANDAVA VELOCISSIMO E TUTTI STAVAMO PER VOMITARE. ARRIVATI ALLA CAVET ABBIAMO BEVUTO UNA CIOCCOLATA CALDA. DOPO DI CHE CI HANNO PORTATI A VISITARE UNA GALLERIA DOVE IN FUTURO CI PASSERANNO 2 TRENI DELLA TAV IN DIREZIONE FIRENZE E BOLOGNA. A GUIDARCI C’ERA UN GEOLOGO. CI HA DETTO CHE SI IMPIEGANO ANNI E ANNI PRIMA DI TERMINARE UNA GALLERIA E CHE PRIMA DI COSTRUIRLA DEVONO ESAMINARE IL TERRITORIO A FONDO PER EVITARE DI INCONTRARE SUL PERCORSO DEI CORSI D’ACQUA SOTTO TERRA O DEL TERRENO INSTABILE (IN QUESTE ZONE C’E’ SOLO TERRENO INSTABILE!!!).

FINITA LA "GITA TURISTICA" ABBIAMO CENATO ALLA MENSA DELLA CAVET. IO HO MANGIATO LE PENNE AL RAGU’ E DELLE CAROTE LESSE…UNA SCHIFEZZA!!!

POI CI SIAMO RECATI SEMPRE COL PULMINO A CAMPEGGIO DOVE CI ASPETTAVA LA FAVELA, OVVERO IL POSTO DOVE ABBIAMO DORMITO.

ERAVAMO TUTTI ECCITATI, NON VEDEVAMO L’ORA.

LA PRIMA NOTTE HO DORMITO 3 ORE.

ERAVAMO IO, LA SERE, L’ANGELA, THOMAS, LUCA E RIBA NELLA NOSTRA CAMERA.

CI SIAMO POI DATI LA BUONA NOTTE…MA QUALE BUONA NOTTE!!! PER FAR TACERE THOMAS ABBIAMO DOVUTO PICCHIARLO, MA E’ SERVITO SOLO PER 5 MINUTI. COSI’ ALLA SIMO E LUCA E’ PASSATO IL SONNO E SONO ANDATI DAGLI ALTRI. NOI INVECE SIAMO RIMASTI DOVE ERAVAMO. IO E ANGELA CERCAVAMO DI DORMIRE. LEI CI E’ RIUSCITA, NON LA SVEGLIANO NEANCHE LE CANNONATE (PEGGIO DI MIO NONNO!!!).

FINALMENTE ALLE 2.40 THOMAS HA DECISO SAGGIAMENTE DI SPEGNERE LA RADIO (CIOE’ LA SUA VOCE) E COSI’ APPROFITTANDO DEL MOMENTO DI SILENZIO MI SONO ADDORMENTATA, PER POI SVEGLIARMI ALLE 5.40 PERCHE’ GLI ALTRI NELL’ALTRA CAMERA FACEVANO UN GRAN CASINO…UPS…CONFUSIONE.

RASSEGNATA MI SONO ALZATA E COSI’ ANCHE GLI ALTRI. ABBIAMO ASPETTATO LE 7.00 POI CI SIAMO VESTITI E SIAMO ANDATI A FARE COLAZIONE. IO HO MANGIATO UNO JOGURT AL 100 PER 100 ASPRISSIMO, MA HO RITENUTO OPPORTUNO STARMENE ZITTA E MANGIARLO, DATO CHE ALTRE PERSONE L’AVEVANO COMPRATO PER ME E 3 FETTE DI PANE E NUTELLA (SUBLIMI). POI NEANCHE IL TEMPO DI DIGERIRE, DI NUOVO IN PULLMAN E DI NUOVO LO STOMACO IN SUBBUGLIO!!!

LA DESTINAZIONE DEL PULMINO E LA NOSTRA PARTENZA A PIEDI ERA ANCORA L’ORATORIO DI SANT’ANNA.

QUEL GIORNO FACEVA UN CALDO BESTIALE SE SI PENSA CHE PERSINO IO MI SONO UN PO’ ABBRONZATA.

DOPO AVER CAMMINATO PER 3 ORE ABBIAMO SOSTATO UN PO’ PER MANGIARE E AMMIRARE UN MICROSCOPICO ESSERE CHIAMATO CROSTACEO TERRESTRE. PROSEGUENDO ANCORA SIAMO ARRIVATI AD UNA MEGA VILLA E LI’ LA PROF. HA ATTACCATO BOTTONE CON LA BABY-SITTER E ORMAI, CHI LA SBOTTONAVA PIU’?! (SCHERZO).

DOPO 10 MINUTI SIAMO RIPARTITI E MIRKO HA PRESO UNA STORTA. COSI’ GABRY L’HA ACCOMPAGNATO DI NUOVO ALLA MEGA VILLA PER CHIEDERE UN PO’ DI GHIACCIO. NIENTE DA FARE, I PIU’ TIRCHI SONO I PIU’ RICCHI. COSI’ RASSEGNATI E ARRABBIATI SONO RITORNATI PER CONSUMARE IL PRANZO.

IO HO MANGIATO UN PANINO AL PROSCIUTTO CRUDO, UNO AL COTTO , UNA MELA E UNA BARRETTA DI CIOCCOLATA AL LATTE. APPENA FINITO IL PRANZO AL SACCO SIAMO RIPARTITI. IL SOLE SPLENDEVA PIU’ DI PRIMA VISTO CHE ERA L’ORA DI PUNTA.

LA STRADA ERA STERRATA E ANCORA UN PO’ E SI APRIVA UNA CREPA IMMENSA DAL CALDO AFOSO. QUESTA VOLTA IO ERO RIMASTA IN DIETRO DI MOLTO RISPETTO A TUTTI CON FRANCO, LA FEDE E LA CHIARA, QUANDO VEDIAMO SPUNTARE IL PULMINO DIETRO DI NOI. ABBIAMO PENSATO FOSSE UN MIRAGGIO, INVECE ERA VERO. COSI’ CI SIAMO FATTI ACCOMPAGNARE FINO DAGLI ALTRI SALTANDO UN BEL PEZZO DI STRADA A PIEDI. DOPO DI CHE SIAMO STATI RIACCOMPAGNATI A CAMPEGGIO SEMPRE COL PULMINO.

ARRIVATI ALLA FAVELA CI SIAMO CAMBIATI E ABBIAMO CENATO. IO HO ORDINATO UN PIATTO DI PENNE AL RAGU’, DELLE PATATINE FRITTE E UN GELATO MISTO (AMARETTO E BACIO). TRA UNA CHIACCHIERA E L’ALTRA SONO ARRIVATE LE 22.00 E NOI RAGAZZI ABBIAMO DECISO INCOSCIENTEMENTE DI ANDARE AL CIMITERO CHE SI TROVAVA A 2 PASSI DALLA FAVELA. COSI’ MUNITI DI TORCE SIAMO USCITI. UNA VOLTA AL CIMITERO PERO’ CHI HA USATO LA TESTA HA CAPITO CHE AVEVAMO SBAGLIATO AD ANDARCI E COSI’ E’ TORNATO. POI LA SERE, LA FEDE E IO ABBIAMO RIFLETTUTO SU QUELLO CHE AVEVAMO FATTO E ABBIAMO CAPITO L’ERRORE ANCHE PERCHE’ SONO RIAFFIORATI ALLA MENTE BRUTTI AVVENIMENTI LEGATI ALLA MORTE. QUANDO LA SITUAZIONE SI ERA RISTABILIZZATA ABBIAMO DECISO DI DORMIRE TUTTI ASSIEME NELLA GRANDE SALA AL PRIMO PIANO. PERO’ L’ANGELA, UNA DELLE MIE COMPAGNE DI CAMERA NON VOLEVA ANDARE, COSI’ HO DECISO DI FARLE COMPAGNIA E SIAMO RIMASTE SOLE IN CAMERA NOSTRA A DISEGNARE LE CARICATURE DEI NOSTRI COMPAGNI DI CLASSE.

VERSO 00,00 ABBIAMO RITENUTO OPPORTUNO DORMIRE VISTO CHE L’INDOMANI CI AVREBBE ATTESO UN ALTRO STRAZIANTE GIORNO. LA MATTINA MI SONO POI SVEGLIATA ALLE 5.40, SEMPRE PER COLPA DEGLI ALTRI NELLE ALTRE STANZE CHE FACEVANO CONFUSIONE. ORMAI NON AVEVO PIU’ SONNO, COSI’ DOPO 20 MINUTI DI RIGIRAMENTO NEL LETTO ZITTA ZITTA QUATTA QUATTA MI SONO ALZATA PER PRENDERE IL LETTORE CD E ASCOLTARE UN PO’ DI MUSICA FINO LE 7.00, ORA IN CUI O CI SVEGLIAVAMO O CI SVEGLIAVAMO.

ANCORA UN PO’ RIMBAMBITA VADO ALLA FINESTRA E SPALANCO GLI SCURI…PIOGGIA A DIROTTO!!!

SINCERAMENTE L’AVEVO SPERATO PERCHE’ MI ATTIRAVA L’IDEA DI AVVENTURARMI NEL SENTIERO FANGOSO IN MEZZO ALLA PIOGGIA.

COME SEMPRE ABBIAMO FATTO COLAZIONE, QUESTA VOLTA LO JOGURT ERA AI FRUTTI DI BOSCO (PER FORTUNA!!!).

APPENA RAGGIUNTO IL LUOGO OVE ABBIAMO POI RIPRESO IL CAMMINO CI SIAMO MUNITI CHI DI MANTELLA CHI DI TUTA IMPERMEABILE. ALL’INIZIO ERA FACILE IL PERCORSO, MA POI QUANDO SIAMO GIUNTI PIU’ IN ALTO IL TERRENO SI FACEVA PIU’ SCIVOLOSO E LA NEBBIA SI ADDENSAVA SEMPRE PIU’.

COME DI CONSUETUDINE SI SONO FORMATI DEI GRUPPETTI. NEL MIO C’ERA LA SIMO, LA SERE, TAPPONE, FABIO E THOMAS CHE POI E’ ANDATO CON IL GRUPPO CON LA PROF. CHE ERA, NEANCHE A DIRLO, IN FONDO. SIAMO POI ARRIVATI A UN BIVIO, UNA STRADA ASFALTATA E UN SENTIERO.

ABBIAMO SEGUITO IL SENTIERO DATO CHE AVEVA IL SEGNO ROSSO E BIANCO CHE CONTRADDISTINGUEVA LA FLAMINIA MINOR, QUANDO SQUILLA IL CELLULARE DELLA SERE: ERA GABRY CHE CI AVVERTIVA DI TORNARE IN DIETRO E IMBUCARE LA STRADA ASFALTATA DATO CHE PIU’ AVANTI CI SAREBBE STATO UN BURRONE.

COMMINANDO CAMMINANDO, VERME DOPO VERME, VEDIAMO UN CARTELLO STRADALE CON SU SCRITTO "PASSO DELLA RATICOSA 2 KM". SUBITO UN URLO DI GIOIA, VISTO CHE QUELLA ERA LA NOSTRA META FINALE. FINALMENTE ALL’ORIZZONTE IL PULMAN, NON CI SEMBRAVA VERO.

TUTTI INZUPPATI E AFFAMATI CI SIAMO AVVENTATI SUI PANINI (STESSO MENU’ DEL GIORNO PRIMA).

SIAMO TORNATI A CAMPEGGIO DOVE ABBIAMO CARICATO I BAGAGLI PRIMA PREPARATI E ABBIAMO FATTO RITORNO VERSO CASA IN 30 MINUTI, QUANDO NOI ABBIAMO FATTO LO STESSO PERCORSO IN 3 MATTINATE E 2 POMERIGGI!!!

FINALMENTE A SCUOLA, CIOE’, NON CHE FOSSI CONTENTA DI TORNARE A SCUOLA, PERO’ QUELLO ERA IL LUOGO DOVE POI OGNUNO SAREBBE ANDATO A CASA PROPRIA.

IO NON AVEVO NESSUNO CHE MI ACCOMPAGNASSE A CASA, COSI’ HO DOVUTO TRASCINARMI LO ZAINO E LA VALIGIA TUTTE SULLE MIE SPALLE, MA ORMAI NON ERA NIENTE IN CONFRONTO AL "PELLEGRINAGGIO" FINO AL PASSO DELLA RATICOSA!!!

SE MI CHIEDERANNO CONSIGLIO DEL FATTO DI RIFARE CON ALTRE CLASSI LA GITA NON POSSO CHE DIRE SI’, IN FONDO E’ STATA UN’ ESPERIENZA ALTERNATIVA CHE SERVE A FARTI CONOSCERE MEGLIO LE PERSONE OLTRE ALL’APPARENZA E CHE TI INSEGNA COME E’ DIFFICILE CONVIVERE CON GLI ALTRI

Chiara

Era la mattina del 9 aprile e come tutte le altre mattine mia madre mi ha accompagnato a scuola e lì vicino, nel negozio di alimentari, ho comprato i panini per il pranzo.

Alle 8.10 ci siamo ritrovati tutto e la Vale ha fatto una bella foto di gruppo. Non vedevamo l'ora di partire e, tirate fuori le cartine e deciso quale direzione prendere, il nostro pellagrinaggio è iniziato!

Avevamo deciso che era più conveniente usare la strada asfaltata poichè il giorno prima aveva piovuto e così, passo dopo passo, canzone dopo canzone, siamo arrivati alla Dulcamara verso le 10.00 o forse più tardi.

Abbiamo mangiato qualcosa e ci siamo incamminati un'altra volta.

Prossima meta Ca' del Vento!

ad un certo punto abbiamo lasciato la strada asfaltata e preso un sentiero per cui tutti ( o quasi! ) ci siamo messi gli stivali.

Il paesaggio intorno a noi era fantastico ma il cammino ancora lungo per cui non abbiamo potuto soffermarci tanto.

Che fortuna! Una moneta antica! Eravamo rimasti indietro ( un piccolo gruppetto di 6 o 7 persone ) e Tappo era riuscito a trovare una moneta forse romana o etrusca, chi lo sa!, veramente bella. siamo ripartiti contenti di questa scoperta ma nessuno di noi immaginava che una pozzanghera assasina tramava dietro l'angolo...

SPLASH!!! La Fede ci è cascata dentro lasciandoci lo stivale. Ci siamo guardati e abbiamo iniziato a ridere e dopo 5 minuti di riso incontrollabile l'abbiamo aiutata a pulire gli stivali e a metterli a posto.

SPLASH!!! O no, ancora! questa volta è stato il turno di Tappo e di nuovo giù a ridere. Poi l'abbiamo aiutato ma lui si è offeso e noi siamo ripartiti mentre la Fede stava lì con lui. poi è ripartita anche lei perchè la prof ci stava aspettando. Quando tappo ci ha raggiunto era triste e infuriato insieme perchè aveva perso la moneta. Noi abbiamo cercato di convincerlo che non faceva differenza ma lui già minacciava di voler tornare a casa.

Ne abbiamo parlato e riparlato ( anche la prof ci è stata molto d'aiuto! ) e poi abbiamo lasciato perdere: magari si sarebbe convinto da solo. E così è stato!

Arrivati abbastanza in alto sul crinale abbiamo sostato per il pranzo e ci siamo goduti un pò di meritato relax mentre la prof ci mostrava i crostacei terrestri ( erano tanto carini! ). Ma il pellegrinaggio non si è fermato.

Abbiamo raggiunto la strada asfaltata e un pò più su siamo arrivati a Ca' del Vento, verso le 14.00.

Ovviamente ci siamo fermati ancora un pò ma ormai la meta finale non era distante: pochi km all'oratorio di S.Anna. L'ultimo tratto del percorso è stato rilassante: un largo sentiero in terra battuta senza troppi sassi in mezzo al bosco.

E finalmente il traguardo: l'oratorio di S.Anna davanti al quale ci stavano aspettando un pulmino e una macchina dalla CAVET. Evviva! Non avremmi più dovuto camminare, almeno per quel giorno!!

Io ero in macchina e durante il tragitto il tragitto abbiamo visto un perco con tutti i daini, com'erano belli! Ma dopo un pò tutti svanì. il guidatore dell'auto prendeva le curve a tutta velocità e l'intero veicolo sballonzolava di qua e di là, di qua e di là... Siamo arrivati con un sospiro di sollievo ma con l'intenstino al posto dello stomaco e viceversa. Quando pure gli altri erano arrivati, il pulmino è ripartito per la visita ai cantieri, mentre io, la Fede e l'Angela siamo rimaste con il nostro stomaco in subbuglio. Abbiamo giocato con il telefonino, abbiamo finito di mangiare ed abbiamo contato le Punto bianche nel percheggio ( ma erano tantissime!!! )

Quando gli altri sono tornati mi sono fatta un pò raccontare e poi abbiamo fatto le damande che avevamo preparato a scuola al geologo, al capo-cantiere e ad un altro uomo che non ho mai capito chi fosse. Devo dire che sono stati piuttosto esaurienti.

Quella sera la cena veniva offerta dal CAVET ma mancava ancora un'ora, così ci siamo messi a giocare nel parcheggio con la palla; che fame che avevamo!!

Poi ci hanno chiamato e siamo andati a cena. C'era il self-service ( a me piace troppo! ) ed io ho mangiato dei maccheroni al ragù e della carne. Non abbiamo mangiato male però sia i primi che i secondi non erano il massimo.

Poi è arrivato il momento più atteso della giornata: l'arrivo alla casa del pellegrino a Campeggio. Con mia grande sorpresa ho visto che lì ci andavo quand'ero piccola la domenica, ma con ancora più grande sorpresa ho visto che rea Marta, la figlia della prof Iacuzzi, a farci da cuoca! Io e Simona siamo subito andate a salutarla.

Ci hanno dato un'ora ed abbiamo messo a posto le nostre cose e fatto tutte quante una doccia. Ci siamo infilati i pigiami per stare più comodi e siamo scesi nella sala da pranzo.

Le prof avevano organizzato un gioco tipo Tabù e divisi in due squadre abbiamo giocato. Abbiamo riso tantissimo e purtroppo ha vinto l'altra squadra. Pazienza!!

Siamo andate in camera dai ragazzi e siamo rimaste lì finchè Sara non è uscita e io la sono andata a cercare. Si era offesa perchè si era sentita esclusa. Così ha chiamato la Federica e ci siamo messe tutte e tre nella nostra camera a discutere della faccenda. Chiarito tutto tra noi abbiamo chiamato Gabri in modo che lei facesse sentire la sua voce anche ai maschi e la pace è stata fatta.

Più tardi è venuta da noi la Simo dicendo che di là dormivano e lei non aveva sonno, così siamo scese a chiaccherare con i maschi. Quanto abbiamo riso!! Eduard continuava a fare lo scemo e dietro tutti a dargli corda finchè ad un certo punto non si è spento e tutti ci siamo addormentati. Io ero nello stesso letto con la Simona e dire che è stata una notte d'inferno è un banale eufemismo. lei, con il suo delicato ( si fa per dire! ) posteriore, continuava a prendere il letto ed io rimanevo fuori. Ad un certo punto le ho tirato una sederata per farla spostare, ma no, l'avanzata è continuata. Così, ormai "in preda al panico", ho brillantemente pensato di uscire da quel letto e mettermi in un altro. Su quello di sopra era impossibile salire, scendendo dal letto avrei pestato Gabri; l'unica era scivolare sulla sedia a fianco del letto ma involontariamente ho svegliato tutti, compreso Eduard. Così sono riniziate le chiacchere di chi russava o rubava il letto agli altri ( vero Simo!?! )

Ormai erano le 6.00 e siamo risalite sul nostro piano e, svegliati gli altri, abbiamo iniziato a prepararci per la scarpinata e sucessivamente siamo scesi per la colazione. Nessuno aveva dormito per più di tre ore ma stranamente eravamo tutti abbastanza svegli. Marta ci ha distribuito i panini per il pranzo e siamo saliti sui pulmini di Palazzo Loup, i quali ci offrivano il trasporto della giornata.

La meta del mattino era il museo etrusco di Monterenzio. Abbiamo ricevuto dalle prof alcune schede. Obbiettivo: compilarle in giro per il museo. E' stato abbastanza facile ed in un certo senso anche divertente. La cosa che mi ha colpito di più è stata la ricostruzione della casa etrusca al centro del museo. Doveva essere buffa la vita a quel tempo!

Usciti dal museo ci hanno riportato in cima al crinale, all'oratorio di S.Anna e da lì è ripartita la passaggiata. Io sono andata inizialmente con molta calma, walkman con i Green day a tutta palla nelle orecchie. Quel giorno c'è stato un gran caldo, tanto che i maschi erano a torso nudo ed io e la Simona con la maglia tirata su e arrotolata. Abbiamo anche sbagliato strada ma per fortuna ci hanno fermato in tempo e cammina cammina siamo arrivati di fronte ad una villa enorme. Non avevo mai visto una casa così bella! E proprio lì vicino abbiamo sostato per il pranzo.

Poi siamo ripartiti e molti di noi ( compresa io! ) non hanno resistito alla tentazione di fermarsi e guardare Dragon Ball nel televisorino portatile di Thomas. Sfortunatamente questo non ci è stato permesso poichè il cammino era ancora lungo.

Finalmente, dopo tanti sforzi, abbiamo raggiunto Spedaletta, la nostra meta giornaliera. Mancava però un pulmino per cui l'unico che c'era ha dovuto fare due giri e così insieme alla Fede, alla Vale, a Fabio, a Betu e alla prof Iacuzzi, abbiamo aspettato un pò guardando la tv o ascoltando la musica. Raggiunti gli altri al bivio di Bisano, siamo ripartiti alla volta di Campeggio.

Docce e via, cena preparata dalla Marta. Per quanto riguarda me, ero proprio sazia.

Più tardi quasi tutti siamo andati a vedere il cimitero lì accanto e ciò ha creato molto scompiglio. La Vale si è rattristata poichè le è morto il nonno da poco, e a me questo è dispiaciuto tanto. Per fortuna siamo riusciti a spiegarci e, come se non fosse successo niente, siamo andati a giocare a Risiko ( non tutti perchè io e la Fede e Franco guardavamo la tv in camera di Franco e la Vale e l'Angy disegnavano in camera loro ). Un pò più tardi ho raggiunto quelli che giocavano e, poichè ero molto stanca, mi sono addormentata sulla schiena di Thomas. Poi, quando mi sono svegliata, siamo saliti tutti in camera ed ho dormito nella mia con Thomas ( che ci ha tenute sveglie per un bel pò!! ) la Sere, la Fede e la Sara. Thomas andava di continuo a rubarmi la coperta, così io, nel sonno, rubavo quella della Fede, lei si arrabbiava e svegliava tutti. poi, come al solito verso le 6.15 eravamo già tutti in piedi. Ma una brutta sorpresa ci attendeva: fuori pioveva a dirotto!

Quel giorno, essendo stanchi, tristi e arrabbiati perchè pioveva, nessuno aveva voglia di camminare ma ormai, a quel punto lì, avremmo portato a termine la nostra impresa.

E così, stivali ai piedi, mantella e zaini in spalla, ci siamo avviati sotto la pioggia.Gli intoppi sono stati tanti: chi aveva l'acqua negli stivali, chi aveva sbagliato strada, chi era fradicio dalla testa ai piedi ( tipo me! ). In ogni caso, ognuno di noi voleva raggiungere la meta finale: il passo della Raticosa. Dopo una curva e una salita ecco il pullman che ci avrebbe riportato a casa.

Siamo saliti, abbiamo mangiato e siamo tornati a Campeggio. Ci siamo cambiati, abbiamo messo a posto e pulito le stanze, i bagni, i corridoi, le scale; ancora un gelato e poi via, verso Ozzano.

L'idea di questa gita era bizzarra, lo ammetto, ed è stata molto sfiancante ma dopo tutto mi sono divertita moltissimo e in cuor mio spero che quei tre giorni siano serviti a riunirci come classe, perchè ne avevamo veramente bisogno.

Sara

Dopo circa sette mesi di preparazione alla gita sulla Flaminia Minor, esperienza che abbraccia l’ambito scientifico, geografico e storico, alle 8.10 del giorno 9 Aprile, io e i miei compagni, siamo partiti per arrivare ad una località chiamata Ca’ del vento, con tanto di zaino in spalla e muniti di macchina fotografica. Eravamo euforici e pieni d’entusiasmo, anche perché era la prima volta in tre anni che facevamo una gita che durasse più di un giorno. Così ci siamo messi in cammino passando per Via S. Andrea e poi, su per i calanchi e per i crinali! Era una bella giornata di sole e faceva un gran caldo ed io ero disposta a sopportarlo.

Per un discreto tratto, la strada era asfaltata e non presentava grossi problemi, ma poi quando sono incominciati i crinali, le salite non finivano più! Devo assicurare che stavo facendo una bella fatica e non solo io! Tutti, infatti, comprese le prof., cominciavano ad affaticarsi. Per sentire meno il dolore, io e i miei amici abbiamo cominciato a cantare qualche canzone e a parlare fra di noi. Dal momento che dovevamo prendere un sentiero piuttosto infangato, ci siamo messi gli stivali di gomma, una scusa per fare una breve sosta! Mentre camminavo, vedevo il sentiero innalzarsi sempre di più, fiancheggiato talvolta da siepi e cespugli e costituito in alcuni tratti, non più da erba ma da piccoli ciottoli. Talvolta, la prof., ci fermava per farci fotografare qualche pianta o fiore come ad esempio il papavero, la ginestra e la rosa canina.

A metà del percorso io, Franco, Fede, Angela, Simone, Chiara e Gabriele siamo rimasti indietro dal resto del gruppo, che rimaneva comunque abbastanza visibile. Fu lì che Simone trovò una moneta romana e che Fede centrò in pieno una pozzanghera piena di fango, sporcandosi completamente gli stivali e parte dei pantaloni. Che ridere! In più Simone, chiedendo dove fosse caduta Fede, centrò la stessa pozzanghera facendoci "morire" dal ridere. In ogni modo, dopo quest’imprevisto, abbiamo raggiunto la prof. Iacuzzi con la quale abbiamo parlato dell’accaduto. Uno degli aspetti positivi di questa gita è stato quello di poter conversare con le insegnanti su argomenti non solo scolastici ma anche personali e questo mi ha permesso di conoscerle più a fondo; ciò mi ha fatto molto piacere. Verso le 12.15 abbiamo mangiato i nostri panini e poi, siamo giunti a Ca’ del Vento. Dopo una piccola sosta, ci siamo rimessi in cammino in direzione dell’oratorio di S. Anna. Finalmente lì ci aspettava un pullman. Io non ce la facevo più e avevo le gambe doloranti e, quando mi sono seduta sul sedile, ho provato una bella sensazione di sollievo! Il pullman ci ha portato al CAVET, uno dei cantieri per la costruzione di una nuova linea ferroviaria per treni ad alta velocità.

Siamo entrati nella galleria in costruzione, sulla linea ferroviaria Bologna-Firenze e, sotto la custodia di una guida, l’abbiamo visitata. La cosa che mi ha colpito di più è stato l’ambiente così buio e macabro. Io, non lavorerei mai al Cavet in quanto, un dipendente può entrare la mattina presto ed uscire che è già notte.

Quando siamo usciti dalla galleria abbiamo intervistato i responsabili del Cavet e dalle loro informazioni, abbiamo potuto rilevare che: i dipendenti hanno intorno ai 45-55 anni, la maggior parte proviene dal sud e che quasi tutti hanno la licenza media o elementare. Nelle gallerie gli operai, lavorano muniti di mascherine, caschi, tappi per le orecchie e vestito ad alta visibilità. Lavorano tutti i giorni compresi la domenica 24 ore su 24 incassando circa 4.000.000 .Può presentare alcuni rischi il lavoro nelle gallerie in quanto c’è molto rumore e si possono verificare casi di sordità, anche se sono molto difficili, per via delle tecniche avanzate. Costruire una galleria richiede uno sforzo fisico e un grande impiego di capitali: 7000.000.000.

Finita l’intervista della quale ho fornito le notizie più importanti, il Cavet ci ha offerto la cena. Infine siamo andati nel nostro "albergo", dove ho potuto farmi una bella doccia e divertirmi con gli altri compagni fino a tardi (meglio non specificare l’ora!).

La mattina seguente alle sette precise, la sveglia ha suonato e fatta la colazione, siamo andati a visitare un museo romano-etrusco " Luigi Fantini" dove sono esposti reperti che testimoniano le tappe dell’antropizzazione di questo tratto appenninico, dalle prime fasi della preistoria al periodo romano. Qui è possibile ripercorrere la storia della presenza umana nelle vallate dell’Idice e dello Zena. Nel museo abbiamo visitato tutte le sale dove vi erano oltre ai reperti, dei pannelli che spiegavano a cos’ erano serviti e dov’erano stati ritrovati. In base alle informazioni esposte, abbiamo compilato una tabella dataci dalle insegnanti. A mio parere, il museo è stato interessante.

La seconda tappa del viaggio è stata secondo me, la più faticosa tanto che ho telefonato a mia madre per il sostegno morale! Essa consisteva nell’arrivare fino alla località di SPEDALETTA. Il territorio si presentava tutto in salita e il tempo era bello, faceva molto caldo ed io, ho pensato: " Se venisse una goccia d’acqua!". Ma forza e coraggio, siamo partiti affrontando la fatica e il caldo. Devo assicurare che quel giorno ho rimpianto gli allenamenti pesanti di nuoto!

In ogni modo è stato ugualmente divertente perché siamo stati insieme.

Era ora di pranzo e un angoletto ombroso ci stava aspettando!. Per fortuna una piccola sosta!. Mancavano ancora molte ore all’arrivo a Spedaletta ed eravamo sempre più affaticati e inoltre, guardavamo la cartina sperando di essere ormai giunti, ma c’era ancora una riga lunghissima da percorrere. A quel punto, dopo varie soste, siamo arrivati a Spedaletta. Eravamo tutti molto stanchi, tanto che ne abbiamo approfittato per sederci sull’erba.

Dopo pochi minuti, è arrivato il pullman che ci ha portato finalmente al nostro "albergo". Alla sera abbiamo mangiato e io, devo fare i complimenti alla cuoca per l’ottima cena. Verso le 21.00 ci siamo riuniti in una stanza e abbiamo fatto un gioco di società: Risico. Quella sera è stata molto divertente e siamo anche andati a dormire ad un orario onesto.

Sta cominciando a piovere. Speriamo che domani il tempo sia bello perché altrimenti, ci tocca camminare sotto la pioggia e sicuramente, il percorso non sarà di certo breve. Peccato però che domani sia l’ultimo giorno e che devo tornare a casa! Sì, ho voglia di rivedere i miei genitori, però mi diverto tantissimo e questo, è anche l’ultimo anno che sto con i miei compagni e vorrei sfruttare ogni occasione per trascorrere molto tempo in loro compagnia. Ora buonanotte.

Il terzo e ultimo giorno pioveva a dirotto. Così abbiamo indossato le nostre mantelle e i nostri stivali e ci siamo messi in cammino per raggiungere il Passo della Raticosa. Mi aspettavo che il percorso fosse più faticoso, devo dire invece che rispetto ai giorni precedenti, questo è stata una passeggiata!. Beh che dire ... Oggi è successa una cosa, forse la più divertente di tutte: Gabriele ha telefonato sul cellulare a Ribani dicendogli di fermarsi ad aspettare il resto del gruppo. Il problema è che il cellulare era in possesso di sua madre e questo Franco lo sapeva, ma ha preferito non dire niente!. Ora ecco il dialogo tra Gabriele e la mamma del mio amico:

GABRY: Riba! Fermati che c’è il BURRONE!

MAMMA: Ma chi è ?

GABRY: Come chi è? Sono Gabry!

MAMMA: Gabry chi?

GABRY: Gabry, il tuo compagno di classe, non ti ricordi? Ma Riba... sei tu?

MAMMA: No sono la mamma, dov’è mio figlio... C’è un burrone?

GABRY: Non si preoccupi, suo figlio è solo a duecento miglia di distanza da me!

Dopo questo breve "ostacolo" (immagino vi siate fatti due risate!), Riba ci ha aspettato e insieme, abbiamo ripreso a camminare. Il terreno presentava diverse pozzanghere e, ai lati del sentiero dove camminavamo, vi era del filo spinato. Al di là di esso, vi erano greggi e il suggestivo Sasso di S. Zenobi (o sasso del diavolo), una "montagna" rocciosa che fiancheggia la strada. Trascorse alcune ore, siamo finalmente arrivati al Passo della Raticosa. Eravamo tutti felici di aver superato anche la terza e ultima tappa del viaggio. Una volta in pullman, abbiamo mangiato e, dopo esserci cambiati, ci siamo avviati verso casa. Alle 14.45 circa, siamo arrivati ad Ozzano e, dopo esserci salutati, siamo andati a casa. I miei non vedevano l’ora di vedermi e io non posso dire il contrario.

Concludendo devo ammettere che un po’ mi dispiace che sia finita la gita anche se avevo voglia di rivedere i miei genitori. Essa è stata un po’ diversa dalle altre perché per la prima volta non siamo stati dei turisti passivi, ma abbiamo preparato il percorso su una carta fisica e poi abbiamo organizzato nei dettagli le nostre giornate, compreso il menù. Quest’esperienza inoltre mi ha reso più indipendente, più resistente alla fatica, ha fatto sì che alcune amicizie si consolidassero e mi ha fatto vedere con occhi diversi le prof. e alcuni compagni che, in base al loro atteggiamento, hanno rivelato qualità nascoste sia negative sia positive. Insomma, io rifarei un’uscita didattica come questa e la consiglio a tutti gli alunni che frequentano la mia stessa scuola e che l’anno prossimo faranno la terza media. Partecipando a questa gita ho capito che io, mi trovo molto bene con i miei compagni e penso che sarà difficile separarmene e quindi, voglio dire a tutti di apprezzare gli amici per quello che sono perché alla fine, quando ti devi separare da loro, è triste.

Simona

Tutti pronti e con un entusiasmo pazzesco siamo arrivati davanti alla scuola con il nostro zaino sulle spalle.

Abbiamo fatto la prima foto e dopo abbiamo deciso chi fosse il primo gruppo che guidasse.

Siamo partiti tutti e ci siamo avviati verso la Coop per poi svoltare e andare su via Sant Andrea e da lì è iniziato il lungo cammino sul crinale.

Mentre camminavamo eravamo divisi circa in tre gruppi che dividevano le varie categorie di lentezza o rapidità. Le prof. seguivano noi ed erano sempre le ultime finchè non ci fermavano un po' tutti per fare qualche sosta o bere un sorso d'acqua.

Verso le 10:30 ci siamo fermati sulla strada per fare la merenda e poi più carchi di prima siamo ripartiti per continuare la nostra avventura.

Abbiamo continuato a camminare per circa altre due ore per poi fermarci a mangiare i nostri panini. Dopo quella sosta praticamente non ci simo fermati più e dopo lunghi sentierini e con le gambe che non ci reggevano più siamo arrivati all'Oratorio di Sant' Anna.

Lì ci siamo messi a sedere e abbiamo aspettato gli altri, dopo di che ci sono venuti a prendere quelli della "Cavet" e con un pulmino dove eravamo tutti stretti siamo andati al loro cantiere. Prima di tutto io sono andata in bagno e mi sono presa una cioccolata caldissima!! Sempre con lo stesso pulmino poi ci hanno portato dentro la galleria, però non ci hanno fatto scendere. Era una galleria nuova nuova e dentro c'erano ancora gli operai che lavoravano. Abbiamo visto tutti i macchinari tra cui uno dei più costosi mentre un ragazzo ci spiegava come funzionava tutto ciò che vedevamo. Dopo la visita alla galleria abbiamo visto i materiali che usano per costruire e poi siamo tornati nei loro uffici dove gli abbiamo fatto tante domande e poi tutti "super allegri" siamo andati nella loro mensa dopo di che abbiamo raggiunto Campeggio, il posto dove abbiamo dormito, e la prof. ci ha dato un ora di tempo per prepararci e poi ci siamo incontrati quasi tutti in pigiamino nel salone. I bagni erano pochi e quindi io ho fatto la doccia con una mia amica e ridevamo come delle matte perchè facevamo un po' le "stupide"!! Quando eravamo tutti nel salone la prof. ci ha proposto un gioco simile a "taboo" con le parole che voleva lei. Noi abbiamo giocato e ci siamo molto divertiti anche perchè Eduard, che era dall'altra squadra, ci ha regalato un punto dicendo e indovinando la parola per primo.

Dopo, libertà fino alle undici di sera che le prof. andavano a letto. In una stanza a chiacchierare c'eravamo Chiara, la Fede, la Sara e io finchè sono arrivati i almeno 5 maschi ed essendo che facevano casino hanno proposto di andare in camera da loro, che era più lontana dalla soffitta, dove dormivano le prof. Siamo andati allora al primo piano e pure nella camera più grande!! Eduard feceva lo "stupido" e teneva "viva" la stanza e gli altri maschi gli davano corda, noi ridevamo alle stupidaggini che dicevano e cercavamo di fargli fare più silenzio possibile per paura delle prof. In un letto c'eravamo io e la Chiara e quando Edu si è addormentato tutti lo abbiamo seguito. Ogni tanto mi svegliavo perchè sentivo fraddo visto che la Chiara mi "rubava" la coperta ma io furbissima ho iniziato a rubarle il letto finchè si è arresa e si è seduta in una sedia attaccata al letto. Alle cinque come per magia ci siamo svegliati tutti compreso Edu che ha continuato a fare il suo numero. Verso le sei siamo tornate nella stanza sopra e io da "intrusa" ho dormito per modo di dire perchè ormai chi aveva più sonno?!!

La mattina del dieci aprile siamo andati al museo e anche se un po' addormentati, avendo dormito solo due ore e mezzo abbiamo compilato una tabella riassumendo tutto ciò che abbiamo visto al museo e ricordando la vita di un tempo. Appena finita la visita il pulmino di Palazzo Loup, il quale ci aveva anche accompagnato, ci ha riportato all'Oratorio di Sant'Anna.

E da lì è iniziata la nostra seconda tappa!!! All'inizio avevamo un passo molto lento e iniziavamo a prendercela comoda forse per la stanchezza o il sonno?! Tutto è cambiato però quando la prof. ci ha detto: " Se non arriviamo a Ospedaletta, meta del secondo giorno, in orario, da lì fino a Campeggio dovevamo "farcela" a piedi!!!" Così abbiamo messo da parte la stanchezza e abbiamo seminato pure le prof. Continuando di quel passo e fermandoci ogni tanto solo per mangiare siamo arrivati, anche se con le gambe a pezzi perchè c'era la stanchezza del giorno prima e quella del momento ma tutti erano entusiasti da avere raggiunto anche la seconda e penultima tappa!!!!

Sempre il pulmino di Palazzo Loup ci ha accompagnati a Campeggio! Tutti come al solito ci siamo lavati dalla testa ai piedi e poi siamo andati giù nel salone per cenare!! Tutti con il proprio menù abbiamo mangiato e bevuto e poi dulcis in fundo il gelato!!

Dopo una mezzoretta dalla cena! Nel frattempo abbiamo fatto visita al cimitero lì di fianco, tutti assieme. E' stata una cavolata ma tutti ci siamo fatti prendere dall'euforia di visitare al buio un cimitero!! Verso le 22:15 siamo andati nel salone al primo piano, grande parte delle femmine e parte dei maschi mentre gli altri o giravano per casa o erano nelle proprie stanze a dormire!

Abbiamo giocato a Risicko poi verso le 23:00 le prof. sono venute a incitarci per andare a letto noi abbiamo acconsentito ma nelle camere ci siamo andati che ormai erano le undici e mezza. Tutta quella sera ci simo addormentati subito e abbiamo dormito circa sei o sette ore. Poi la mattina ci siamo svegliati chi prima chi dopo e siamo scesi, come la mattina precedente, nel salone e abbiamo fatto colazione! Io non ero per niente abituata a fere colazione così pesante e infatti nel pulmino avevo qualche sintomo di nausea!

La terza ed ultima mattina purtroppo pioveva e senza scoraggiarci ci siamo messi tutti la nostra mantella e i niostri stivali!

Quella mattina a prenderci c'era un pulmino delle scuole di Monterenzio. Visto che pioveva e c'era pure la nebbia abbiamo deciso di scorciare il percorso di due chilometri tutti d'accordo! All'inizio tutti avevamo un gran freddo ma iniziando a camminare si sudava pure quindi eravamo tutti bagnati di acqua e di sudore!!

Abbiamo fatto otto chilometri perennemente sotto la pioggia e però ridendo e scherzando li abbiamo presi leggermente anche se pioveva ed era più faticoso camminare nel fango anche se praticamente metà della strada l'abbiamo fatta sull'asfalto (per fortuna!). Quando abbiamo visto il pulmino eravamo troppo felici e l'abbiamo raggiunto, addirittura, con una corsetta. Una volta lì abbiamo messo gli zaini nel bagagliaio e siamo saliti sul pulmino con in mano solo la roba da mangiare!

Avevamo tutti le mani congelate, però, visto che per tutta la strada non ci eravamo fermati, mangiavamo lo stesso! Quando eravamo arrivati tutti siamo partiti per Campeggio! Ad un certo punto c'è stata una canzone che diceva: "Quanto hai camminato?" e noi: "tanto!!!!" la canzone: "dove sei arrivata?" e noi: "al Passo della Raticosa!!!" poi basta perchè abbiamo messo la musica che piaceva a noi!".

Siamo arrivati a Campeggio dove avevamo già pulito tutto la mattina con la scopa e il mocio! I bagagli erano già tutti nell'ingresso e nel salone. La prof. ha diviso i maschi dalle femmine, noi nell'ingresso e i maschi nel salone. Dopo poco eravamo già pronti, asciutti e puliti. Subito abbiamo messo a posto i bagagli e gli zaini e li abbiamo caricati nel pulmino. Prima di lasciare Campeggio abbiamo mangiato l'ultimo gelato tutti insieme! A questo punto ci siamo messi nel pulmino e siamo partiti!

Al ritorno la strada è sembrata mille volte più corta, sarà la sensazione della macchina! Comunque in una quarantina di minuti siamo arrivati a scuola dove ad attenderci c'erano praticamente tutti i nostri genitori che erano venuti a prenderci in macchina!!!

Questa è stata un'esperienza bellissima anche se un po' faticosa. Mi sono divertita tantissimo e mi sono fatta troppe risate!! E' stato tutto più bello anche perchè è stata la mia prima esperienza fuori casina!

Simone

1° giorno

Siamo partiti da Ozzano alle 8: 30 dopo avere deciso la prima tappa (Settefonti) e chi doveva guidare tutti gli altri.

Dopo avere raggiunto il nostro primo traguardo (Settefonti) per Via S. Andrea e avere fatto una sosta davanti alla Dulcamara per riposarci, abbiamo continuato a camminare. Meta: il crinale del calanco.

Dopo una lunga camminata, (io mi sono platealmente infangato dopo la Federica), abbiamo fatto una marcia fino a Ca’ del Vento (era chiuso, niente tagliatelle) e qui abbiamo riempito d’acqua le "gobbe" e, dopo una sosta siamo ripartiti alla volta dell’Oratorio di Sant’Anna.

Lì ci stava già aspettando il CAVET, il cantiere dell’alta velocità, che ci ha fatto salire sul pullman e ci ha portato al campo base, dove abbiamo attinto da bere da una macchinetta (dovevamo pagare ma non l’abbiamo fatto).

Dopo il pullman ci ha portato all’interno delle gallerie e ci hanno spiegato il funzionamento della loro opera e finita la visita abbiamo posto alcune domande sul funzionamento del lavoro. Eravamo in anticipo sulla cena, per cui abbiamo fatto una partita a calcio e durante la disputa Gabri si è appoggiato su una delle innumerevoli Punto bianche e l’allarme è scattato.

Abbiamo mangiato la cena offerta dal CAVET (il pasto faceva un po’ schifo, ma un pasto regalato è sempre buono) e dopo siamo stati trasportati (gratis) in favelas per dormire (anche se hanno passato tutta la notte in bianco).

Dopo esserci lavati (e avere fatto un po’ di proverbiale casino) abbiamo giocato ad una sottospecie di Tabù organizzato dalla prof.

Poi, visto che andare a dormire era un reato, si è fatto ancora del casino.

2° giorno

Mi sono svegliato alle 7: 30 circa (grazie alle urla in corridoio) e siamo andati al museo di Monterenzio dove abbiamo studiato come venivano seppelliti gli Etruschi e abbiamo compilato una scheda che la prof. ha ritirato. Mi ha colpito molto la ricostruzione della casa al centro.

Finita la visita, i trasporti di Palazzo Loup ci hanno portato (gratis) dove ci avevano preso il giorno prima.

Da qui abbiamo camminato sul calanco (io non vedevo l’ora di impantanarmi di nuovo e mi sono accontentato) fino ad incontrare la strada asfaltata. Qui abbiamo mangiato il pranzo al sacco che c'era stato preparato dalla figlia della prof. Dalla strada asfaltata abbiamo anche incominciato l’interminabile camminata fino a Spedaletta (spinti dalla sete sovrannaturale), dove c’era il pericolo che la Serena ci lasciasse lì le penne.

Da qui il pullman di Palazzo Loup ci ha trasportato (sempre gratis) fino a Campeggio dove ci siamo lavati ed abbiamo cenato con ciò che avevamo ordinato.

Dopo la distribuzione degli incarichi abbiamo fatto una partita a Risiko e una bella dormita, visto che nessuno è riuscito a stare in piedi più di tanto.

3° giorno

Dopo la sveglia alla solita ora (stavolta grazie alla prof. Musotto) abbiamo rifatto le valige, disfatto i letti ed eseguito i nostri incarichi.

Dopo tutta la fatica che abbiamo fatto abbiamo avuto una bellissima sorpresa: pioveva a catinelle e faceva un freddo cane, e la cosa peggiore era che noi dovevamo camminare lo stesso.

Ci siamo messi la mantella e gli stivali (sembravamo degli spaventapasseri), trasportati dal pullman (che stavolta avevamo pagato noi) e armati di santa pazienza abbiamo camminato fino al Passo della Raticosa, con qualche inconveniente, come quello capitato a Gabri che si è trovato a credere di chiamare Riba, mentre dall’altra parte della cornetta c’era la madre tutta preoccupata perché suo figlio si stava dirigendo verso un burrone (o così almeno avevano detto). Continuando intrepidi la nostra camminata, fra filo spinato che ci stracciava la mantella a sinistra e una discesa ripidissima a destra e più tardi i camion che ci innaffiavano d’acqua sporca, lo sconforto stava penetrando tra le "truppe" ed entravano nella mia testa domande del tipo: "Ci arrivo al Passo o qui ci lascio le penne?". Ma alla fine (contrariamente alle aspettative) al Passo della Raticosa ci siamo arrivati. Lì il pullman ci stava già aspettando per riportarci a Campeggio. Da lì, dopo esserci cambiati, siamo tornati a casa.