15 novembre 2006

VISITA ALL'ARCHIVIO DI STATO DI BOLOGNA


Nell'archivio si trovano parecchi documenti, testimonianze. Un archivio può essere di famiglia, di una scuola, anagrafico, comunale e vi si possono trovare prove riguardo ad alcuni fatti.

C'è un archivio per ogni capoluogo d'Italia serve per ritrovare notizie su persone, cose, città e stati anche dopo tanti anni.

Per trovare una documentazione precisa si usa un inventario che è situato nella sala di studio e ci sono più di 400 scaffali che sono lunghi complessivamente 35 km e quando arrivano nuovi documenti vengono sistemati.

Ogni Stato ha una storia diversa. La prefettura ha il compito di mettere a posto i documenti e viene aiutata dalla Questura.

La prefettura ha un registro dove viene segnato tutto ciò che succede, incarica un titolare che viene chiamato di gabinetto e che gestisce tutto. Il prefetto deve applicare le leggi.

I primi censimenti duranti le leggi razziali venivano richiesti all'ufficio dell'archivio e servivano come prove scritte.

Certi dati si possono leggere pubblicamente dopo 40 anni, quelli “sensibili” dopo 70 anni.

Sul fascicolo vengono messi alcuni dati come la data di nascita e morte, l'argomento e il titolare.

Ogni giorno all'archivio corrente arrivano nuovi documenti e in quello storico si possono trovare dati storici. Nell'archivio si possono trovare alcuni documenti risalenti al '700.

Durante il Fascismo era stato istituito l' E.G.E.L.I. Ente della gestione dei beni immobiliari degli ebrei.

Noi siamo andati all'archivio per saperne di più sulla famiglia Cividali e abbiamo trovato alcuni documenti che risalgono alla loro partenza da Bologna, che la portinaia testimonia che erano ebrei e che erano partiti. In un documento si parla di due sorelle Cividali che non si capisce chi siano poiché nella famiglia non c'erano sorelle e si suppone che fossero cugine. Nell'archivio abbiamo trovato l'albero genealogico della famiglia Cividali.



Martina Alimena e Martina Burzi