Commento di: “La demolizione di un uomo” (la Buna lager).

La demolizione di un uomo” è il secondo capitolo del libro di Primo Levi”Se fossi un uomo”. In queste poche pagine, Primo Levi racconta il suo primo giorno e le sue prime impressioni al campo di concentramento di Auschwitz. Racconta che gli hanno tagliato i capelli, che hanno fatto fare a tutti un doccia perché dovevano fare una disinfezione, che gli han tolto il nome e che gli han dato un numero, un semplice, inutile e banale numero. Racconta e descrive brevemente le persone che ha visto come i barbieri, il dentista, il maresciallo e l’interprete mezzo ebreo e mezzo tedesco costretto a tradire la patria. Primo Levi inserisce tutti i suoi pensieri, le sue opinioni e tutte le sue impressioni. Introduce molte frasi riflessive tra le quali mi ha colpi questa, riferita all’interprete ebreo-tedesco:”è un uomo chiuso e taciturno, per il quale provo un istintivo rispetto, perché sento che ha cominciato a soffrire prima di noi”. Ritengo indichi l’immenso dolore di un uomo che tradisce la propria patria, e la grande sofferenza che tiene dentro sé. Primo Levi chiama il campo la Buna ovvero campo di annientamento, perché indica che un uomo pian piano perde tutto, partendo dai propri vestiti, dal proprio nome, dai famigliari e dalla propria fiducia in se stesso, fino ad arrivare ad un certo punto in cui non è più nessuno perché muore pian piano. Trovo che Primo Levi abbia composto un bel lavoro, che tra l’altro fa riflettere su molte cose e fa pensare com’era la situazione a quel tempo. E’ costruito bene, e l’idea di mettere i propri pensieri e le proprie opinioni mi è piaciuta molto. Per questo consiglio a chi piace questo argomento di leggerlo.

Ribani Marta