Se questo è un uomo

Primo Levi



Questa poesia è stata scritta da Primo Levi e parla di come venivano trattate le persone dentro ai lager, cosa facevano e le loro sensazioni.

Nella poesia dalle similitudini si individuano dei paragoni tra chi legge oggi e chi come lui e gli altri ebrei conducevano la loro vita, come “una rana d’inverno”, cosa provavano “vuoti gli occhi e freddo il grembo”; poi Levi cerca di farci capire cosa pensava lui e come viveva in queste circostanze e dice che le parole da lui scritte dobbiamo inciderle nel nostro cuore e ripeterle a chiunque, soprattutto ai nostri figli altrimenti prima o poi non ci guarderanno più e “avranno vergogna” del nostro silenzio.

Secondo me la poesia vuol far capire a tutti quanto siamo fortunati e di non ripetere una cosa simile, i paragoni usati sono molto penetranti. Mi ha colpito il fatto che nei campi di concentramento mangiavano poco ed erano agli estremi delle forze, “nemmeno senza più forza di ricordare” e quindi non riuscivano più a ricordare i propri nomi “senza capelli e senza nome”. Venivano infatti anche trattati come oggetti e venivano numerati uno ad uno con un numero timbrato sul braccio e sul loro vestito.

Questa poesia per me è stata molto significativa e se fossi stato al loro posto non so se sarei riuscito ad andare avanti. Mi è piaciuta molto soprattutto nelle ultime due strofe dove parla dei figli e di quello che dobbiamo riferire loro in futuro, perché potrebbero rifare l’errore più grosso della loro vita.

CAVALLARI