MARZOCCHI ELEONORA


Sui muri del Museo Monumento di Carpi ci sono incise delle scritte ricavate dalle lettere dei deportati ai propri cari e delle poesie, come quella di Bertold Brecht, che si trova sulla parete d' ingresso. E’ incisa su cemento fresco, per creare una cornice di grande impatto emotivo.

“E voi imparate che occorre vedere e non guardare in aria,occorre agire e non parlare. Questo mostro stava una volta per governare il mondo! I popoli lo spensero, ma ora non cantiam vittoria, troppo presto, il grembo da cui nacque è ancora fecondo” sono queste le parole di Bertold Bretch, che attraverso una poesia vuole ricordare il periodo nazista, vuole che noi non dimentichiamo e ci vuol far capire che occorre vedere con attenzione e non guardare in aria, agire e non parlare, ci dice che il grembo da cui nacque è ancora fecondo e che può produrre altro male. Queste parole mi hanno colpito molto, perché ci vuol capire che il nazismo è un male non del tutto superato e che può rinascere.

Nella poesia non è mai presente la parola nazismo infatti viene sostituita da mostro, un male che una volta stava per governare il mondo, ma che per fortuna gli uomini riuscirono a spegnere; ma non bisogna cantare vittoria troppo presto: queste parole ci ripetono che solo parlandone e vigilando si può evitare che si ripeta.

Questa poesia mi ha molto colpita, perché Bretch usa parole semplici e chiare a tutti che in pochi versi comunicano quello che il nazismo era veramente: un mostro.

Non bisogna creare o alimentare l' intolleranza e le incomprensioni tra i popoli; è invece necessario favorire l'integrazione. Occorrerebbe che tra i giovani provenienti da tutto il mondo si creassero scambi da cui potessero nascere amicizie vere.


A Nonantola, tra tanto dolore, tra tanto male ci furono degli uomini, un intero paese, che non temettero di mettere a rischio la propria vita, che si sono opposti al sistema e hanno aiutato i giovani ebrei orfani di Villa Emma offrendo loro lavoro, vestiario, protezione, cibo e tutto l’amore possibile.

Queste persone possono essere chiamati “eroi”.

Eleonora Marzocchi

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