Il governo della signoria Bentivoglio (1463-1502), al fine di favorire il consenso
politico, evitò una trasformazione urbana fatta di sventramenti e violente
inserzioni tra i palazzi di Bologna.
Gli interventi furono volti a migliorare l’aspetto estetico dei fronti
stradali, secondo le nuove teorie prospettiche (via Zamboni e via Emilia), a
collegare il porto, scavato tra porta Lame e porta Galliera, con il sistema
fluviale della regione, e a migliorare l’edilizia sia pubblica che privata.
Giovanni II Bentivoglio fece costruire per il figlio Annibale II a porta S.
Donato la “ Palazzina della Viola”, cosiddetta per le viole che
fiorivano nei prati, e un edificio di servitù poco distante.
L’edificio a pianta quadrangolare ha tre prospetti alleggeriti da un duplice
loggiato decorato da Innocenzo da Imola, nei primi decenni del ‘500: gli
affreschi con scene mitologiche, seguono la maniera raffaellesca e al pian
terreno un soffitto a cassettoni è decorato con teste ed altri soggetti
attribuiti ad Amico Aspertini.
Il salone del primo piano è affrescato da Prospero Fontana con storie
dell’imperatore Costantino e Papa Silvestro mentre, al Nosadella, sono
attribuiti i putti del fregio.
Il poeta di corte G. Sabadino degli Arienti definisce la palazzina della Viola
“Casino…per li secreti e solitari piaceri “ di Annibale
II Bentivoglio, conte palatino e Signore di Bologna, uomo d’armi imparentato
con alcune grandi famiglie come gli Sforza, i Malatesta, i Gonzaga.
Nelle descrizioni dell’epoca più che l’edificio è
descritto lo spazio esterno, quello del giardino: la dimora si apriva verso
un prato fiorito e profumato per la presenza di maggiorana, timo, salvia,ecc.
ed un pergolato era fiancheggiato da siepi di rose bianche e rosse e piante
di lavanda e rosmarino.
La Palazzina della Viola fu poi acquistata dal Cardinale Bonifacio Ferrerio,
nel 1540 e adibita a collegio per gli studenti piemontesi, soppresso nel 1797
in epoca napoleonica.
Nel 1803 la Palazzina divenne sede della facoltà di Agraria dell’Università
e il terreno circostante divenne l’Orto Botanico dotato di ben 4.000 piante.
Durante i primi decenni del 1900 l’Orto Botanico fu separato dalla Palazzina
della Viola e, al suo interno, venne costruito dall’architetto Edoardo
Collamarini, l’Istituto Botanico (attualmente sede del Dipartimento di
Biologia Evoluzionistica Sperimentale dell’Università degli Studi
di Bologna) e vennero realizzate tre serre per ospitare piante tropicali e succulente.
L’orangerie, costruita in epoca napoleonica, ed alcuni alberi colossali
vennero distrutti dai bombardamenti del 1944.