1 -Il Senato,il gonfaloniere e gli Anziani
Nella seconda metà del cinquecento, Bologna conobbe eventi straordinari.
Base della costituzione politica bolognese erano “i capitoli di Niccolò
V”.
Si trattava di una serie di concessioni non da poco, innanzitutto perché
limitavano la sovranità pontificia instaurando il principio della collaborazione
obbligatoria del Legato coi magistrati cittadini e poi perché riservava
alla loro competenza un’ampia gamma di questioni in materia amministrativa,
economica e legislativa.
Il sistema economico di Bologna e del suo territorio era autonomo rispetto a
quello dello Stato Pontificio e così pure l’organizzazione militare,
avendo Bologna il suo piccolo esercito dipendente dal Senato e dal Legato ma
del tutto separato dai corpi armati pontifici.
Il Senato detto anche Reggimento, era composto di membri nominati a vita e tutti
appartenenti all’ordine nobile; ogniqualvolta avveniva la vacanza di un
posto la nuova nomina spettava al pontefice.
Nel 1590 Sisto V , dopo aver represso inflessibilmente il banditismo fomentato
o protetto dai nobili, volle umiliare lo spirito oligarchico dei Quaranta e
immettere nel Senato persone a lui gradite.
Ma i senatori non stettero a guardare e due di loro andarono a Roma protestando
vivacemente. Sisto V, con la solita energia, li fece carcerare per alcuni giorni,
poi li rimandò a Bologna.
I senatori continuarono a farsi chiamare “I Quaranta” pur essendo
in cinquanta.
All’interno del Senato, ogni due mesi, venivano eletti otto Anziani Consoli
e un Gonfaloniere. Quest’ultimo, assieme al Legato, sottoscriveva i bandi,
era capo del Senato e delle sue commissioni e giudice ordinario delle società
delle arti.
Gonfaloniere e anziani nei due mesi della loro carica risiedevano stabilmente
nel Palazzo Pubblico.
Il Senato rappresentava l’unica salvaguardia delle residue autonomie cittadine,
anche se talvolta è stato sbrigativamente definito come un organo di
mera apparenza in cui la nobiltà sfogava la propria incapacità.
2-I Tribuni della Plebe e i Massari delle Arti, gli “uffizi utili”, il governo del contado e altri organi
A temperare il carattere aristocratico del governo cittadino,contribuiva la
conservazione di altri istituti ereditati dal governo cittadino,come quello
dei Gonfalonieri del Popolo o Tribuni della Plebe che ogni quattro mesi venivano
estratti a sorte. Costoro assieme ai ventiquattro Massari delle Arti costituivano
il Magistrato dei Collegi, che aveva il compito di vigilare sull’approvvigionamento
e sul commercio dei generi alimentari, punendo le frodi e gli abusi e controllando
i prezzi dei generi che, come il pane, erano soggetti al calmiere.
Col passar del tempo queste cariche, che originariamente erano di natura giudiziaria,
divennero una sinecura perché le loro funzioni erano state assorbite
da altri organi.
Il territorio soggetto a Bologna si articolava in “comunità”,
ognuna delle quali era retta da un consiglio e da un “massaro”che
teneva i rapporti con le autorità cittadine, ma anche qui i consigli
divennero appannaggio delle più cospicue famiglie locali.
Molto importante era la Congregazione della Gabella Grossa che amministrava
i proventi doganali sull’introduzione delle merci forestiere, con i quali
si pagavano i professori dell’Università, scelti fra i dottori
di diritto civile, di diritto canonico e di medicina, ma a partire dal 1603
il Senato, per disposizione di Clemente VIII, ebbe il diritto di affiancarvi
sette dei suoi membri riuscendo in tal modo ad instaurare il suo controllo anche
su un settore della vita pubblica che fino allora gli era sfuggito.
3- Il Legato, il Vicelegato, l’amministrazione della giustizia e l’ordine pubblico
Al Legato ed al Vicelegato spettavano, oltre al governo cumulativo col Senato,
i compiti specifici dell’ordine pubblico e dell’amministrazione
della giustizia.
Per le cause civili ci si appellava alla Rota di Bologna che era un tribunale
istituito nel 1534 da Paolo III, composto di cinque giureconsulti forestieri.
Uno di essi a turno esercitava particolari funzioni come quella della tutela
dei minori. Vi era inoltre un tribunale particolare per le cause commerciali,
il Foro dei Mercati.
Fra il legato, che rappresentava il pontefice in temporalibus, e l’arcivescovo
che lo rappresentava in spiritualibus, non sempre correva buona armonia.
Le milizie bolognesi reclutate soprattutto nel contado dovevano servire solo
in caso di guerra, per la difesa del territorio; avevano però il compito
di presidiare la città quando la sede papale era vacante.
Segni e simboli del governo della cittą