Mentre il palazzo sorgeva, altri lavori venivano intanto eseguiti: le fognature
della città (progettate da Sante Bentivoglio nel 1462, previo imbrigliamento,
affossamento e copertura dei canali di Savena e D’Aposa); la creazione
di un canale navigabile che da Porta Galliera raggiungeva il Po e l’Adriatico;
i lavori per sistemare e lastricare alcune vie, con ciotoli del fiume Reno e,
nei luoghi di maggiore importanza, come a Porta Ravegnana, in mattoni. Si liberò
Piazza Maggiore e le vie adiacenti dai banchi e dalle botteghe di legno, cosicché
essa divenne più spaziosa.
I contemporanei dissero che Giovanni II trovò una città di legno
e ne lasciò una ornatissima e bellissima.
Tra gli abbellimenti più importanti effettuati dai Bentivoglio ci sono
quello della chiesa di San Giacomo, di cui Giovanni II fece costruire il portico
che la fiancheggia, la restaurazione della Cappella di Santa Cecilia e l’apertura
della piazzetta di San Martino.
Tutto ciò era utile ai Bentivoglio per dare la propria impronta al quartiere
e per manifestare la propria ricchezza e la propria potenza.
La stessa necessità di lasciare una traccia visibile del proprio potere
avevano le altre famiglie importanti di Bologna. Esse infatti fecero edificare
ricchi e sontuosi palazzi come Palazzo Sanuti, Palazzo Ghislieri, Palazzo Ghislardi-Fava
e altri come i Palazzi Bianchetti, Felicini e Ranuzzi.
I mercanti e le corporazioni d’arte affidarono la loro immagine al Foro
dei Mercanti (restaurato precedentemente) e al Palazzo degli Strazzaroli, in
piazza Ravegnana.
I luoghi di culto religioso furono restaurati ed abbelliti secondo le più
moderne tecniche architettoniche. Furono eseguiti alcuni importanti lavori di
abbellimento, ad esempio a San Giovanni in Monte e a San Domenico, cui contribuì
Nicolò dell’Arca, e fu costruita la chiesa di Santa Maria di Galliera.
Giovanni II Bentivoglio fu protettore di artisti e letterati, infatti accoglieva
a corte molti famosi intellettuali di cui la maggior parte insegnava all’Università
e allo Studio di Bologna. Molti erano umanisti come Francesco dal Pozzo, insegnante
di retorica allo Studio bolognese, oppure Giovanni Garzone, medico di Giovanni
II, o anche Antonio Urceo. Anche i Sanuti furono protettori di intellettuali,
sia nella loro casa a Bologna che nel castello a Porretta.
La casa di campagna di Andrea Bentivoglio ospitava spesso gruppi di famosi intellettuali
a cui, a volte, si univa anche Giuliano de’ Medici.
La maggior parte degli intellettuali che frequentavano abitualmente il gruppo
di casa Bentivoglio era legata a importanti membri del clero, precisamente a
quelli dell’ordine dei domenicani.
I Bentivoglio avevano anche molte ville, la più importante delle quali
è quella detta del Poledrano, oggi nella località chiamata appunto
Bentivoglio. Presso Porta Zamboni si può tuttora ammirare la Palazzina
della Viola.