Alla fine del 400 Bologna era chiusa da una cerchia muraria; era ancora una
città medievale buia e cupa, le mura ne limitavano i confini, ma la città
continuava ad espandersi.
Essa, grazie ai Bentivoglio, migliorò l’aspetto in virtų delle opere
di ristrutturazione urbanistica che la resero anche strutturalmente più
funzionale alle esigenze di una società in piena evoluzione e crescita
come era Bologna.
Fu attorno al 1460 che i Bentivoglio vollero costruirsi una residenza elegante
e lussuosa, degna della famiglia, e così si diede inizio ai lavori di
costruzione del ricco palazzo che avrebbe dovuto rappresentare la grandezza
del casato.
La “domus magna” fu imitata perché suscitava invidia ma nessuno
si sarebbe potuto permettere il lusso di eguagliarla perfettamente; molti si
limitavano a sostituire le vecchie abitazioni con altre in cui comparivano archi
a tutto sesto sostenuti da colonne in mattoni, ampie monofore al posto di piccole
finestre.
Furono anche accelerati i lavori della nuova cinta muraria, i portici furono
allargati e si cominciò ad abbattere alcune torri a causa dell’aspetto
cupo e torvo che conferivano ai dintorni.
Per abbellire la città ancora maggiormente, dopo la cacciata dei Bentivoglio,
le si diede l’aspetto di una città pontificia: si continuò
a costruire e decorare chiese e conventi, case e palazzi, cosė Bologna si ingrandì
sempre di più.