Questo grande edificio, detto anche la DOMUS AUREA, fu iniziato nel 1460 su decisione
di Sante e risultò completo e arredato nel 1503. Sorgeva nell'area attualmente
occupata dal Teatro Comunale e con la sua grandiosità e la sua magnificenza,
era il simbolo della preminenza della famiglia sulle altre nobili famiglie locali
e nel governo della città. Doveva essere simile o forse anche più
bello del Palazzo Medici a Firenze.
Lo storico e geografo Leandro Alberti, che ebbe la fortuna di vederlo, ce l'ha
descritto: l' architetto toscano Pagno di Lapo Portigiani, utilizzando il mattone
bolognese e la pietra di Porretta e decorazioni dorate per i rosoni, creò
effetti molto particolari. I due piani del palazzo erano ornati esternamente
con un balcone su ognuno. Al loro fianco si potevano ammirare finestre a bifora
ed altre ad arco tondo, mentre finestrelle circolari si trovavano sotto il cornicione,
sovrastato a sua volta da una fila di merli guelfi. Nel palazzo si trovavano
numerosissime stanze, molte delle quali decorate da Francesco Francia e Lorenzo
Costa, che ospitavano 244 letti. Erano presenti anche cinque cortili e due giardini,
arredati con fontane, statue e due stalle per i cavalli. Dopo la congiura Malvezzi,
Giovani II fece innalzare a fianco del palazzo un'altra torre, seconda in altezza
a quella degli Asinelli. Quest'opera grandiosa crollò pezzo a pezzo
per mano della furia distruttrice del popolo nel 1507 e quel luogo diventò per
tutti “il guasto”. Ora in Via Belle Arti 8, si trova un nuovo palazzo
Bentivoglio, fatto costruire fra il 1550 e il 1560 da Costanzo Bentivoglio,
discendente di un ramo collaterale della famiglia.