Caratteristiche dell'edificio
La data della prima costruzione della Chiesa di S. Cecilia è rimasta
un mistero, anche se il primo documento in cui compare questa parrocchia è
del 1267, quando gli Agostiniani entrarono in possesso dell'area in cui sarebbe
sorta la Chiesa di S. Giacomo.
Le decorazioni pittoriche di S. Cecilia
Gli affreschi di S. Cecilia furono commissionati da Giovanni II Bentivoglio
tra la fine del 1505 e l’inizio del 1506, quando ancora i Bentivoglio
regnavano a Bologna, anche se alla fine di quell’anno furono cacciati.
I dieci affreschi, che raffigurano la storia della martire Cecilia, del suo
sposo Valeriano e di Tiburzio, fratello di Valeriano, sono disposti sulle pareti
laterali in senso antiorario, organizzati in modo che il primo, che è
situato sul lato sinistro ed è in prossimità dell'altare, si trovi
di fronte all'ultimo.
Inizialmente l'incarico di eseguire gli affreschi fu affidato da Giovanni II
a Francesco Raibolini, detto il Francia, e a Lorenzo Costa a cui sono rispettivamente
attribuiti la prima e la decima scena, raffiguranti “Lo sposalizio di Cecilia
e Valeriano” e il “Seppellimento di S. Cecilia”, la seconda
e la nona scena, riguardanti la “Conversione di Valeriano” e la “Elemosina
di Cecilia”, che furono sicuramente finiti prima del 1506.
In seguito i lavori continuarono nonostante l'assenza dei Bentivoglio, grazie
soprattutto al contributo di Amico Aspertini al quale sono senza dubbio legate
la realizzazione del “Martirio di Valeriano e Tiburzio” e il “Seppellimento
di Valeriano e Tiburzio”. Invece i restanti affreschi sono stati eseguiti
da altri vari artisti minori, fra cui Cesare Tamaroccio, Giovanni Maria Chiodarolo,
Bartolomeo Bagnacavallo e Biagio Pupini. Comunque, pure in queste scene è
presente il lavoro, anche se indiretto, dell'Aspertini.
Durante il '500 furono realizzati altri affreschi in Santa Cecilia, infatti
sulle volte e sulle pareti confinanti con S. Giacomo vi sono tracce di antichi
dipinti, opere secondo alcune fonti, dell'Aspertini, del Francia e anche del
Cavazzoni, del Passarotti e del Baglioni.
All'interno di S. Cecilia le volte furono decorate con composizioni di
fogliami che corrono lungo le linee portanti e i rilievi architettonici.
Nel Periodo Barocco venne anche decorato il muro attorno al presbiterio, ma
questi ornamenti vennero poi ricoperti attorno alla metà del novecento.
Nel presbiterio è collocata come pala d’altare un altro dipinto
del Francia, proveniente dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna, che rappresenta
la Crocefissione mentre, recentemente, è stato trasferito alla Pinacoteca
un affresco con Cristo Risorto e le Pie donne, di Giovanni di Ottonello (fine
XIV secolo) che si trovava all'esterno dell'Oratorio, in una nicchia, sotto
il portico di Via Zamboni.