Fra il nido e il melario vi è una griglia che permette il passaggio delle api, ma non della regina. | Il melario è accessibile solo alle api operaie che vi depositano
le loro provviste in eccesso. Questa zona dell’arnia è, quindi, quella utilizzata dagli apicoltori per la raccolta del miele e gli altri prodotti dell’alveare, senza presenza di larve. Nel telaio della foto si vedono le cellette riempite con il miele. |
La parte verde dell’arnia (nido) è la vera casa delle api,
nella quale avvengono la riproduzione, la crescita delle larve e il deposito
dei prodotti dell’alveare. Anche il nido è formato da tanti telai. In tal modo l'apicoltore può verificare lo stato di salute dell’alveare dall'odore di insieme e può controllare un eventuale aumento del numero delle regine che prelude ad una sciamatura. L'apicoltore usa una leva a spatola per separare le parti dell'alveare, perchè le api tendono a sigillare tutte le aperture con la propoli. |
Un buon alveare contiene in media 30000-50000 api! Quando l'alveare si surriscalda, le api operaie si adoperano per riportarlo alla temperatura ideale ventilandolo con il battito delle loro ali, mentre quando è troppo freddo provvedono a riscaldare le delicate larve ammassandosi in prossimità delle cellette in cui queste si trovano. In questo modo mantengono la temperatura ottimale (34 °C) delle cellette per la schiusa delle uova e lo sviluppo delle larve. |