FAUNA nel parco dei Gessi e dell’Abbadessa

Nel territorio all’esterno della grotta della Spipola sono presenti i comuni fagiani, daini che brucano solo germogli, cinghiali, simili a maiali grossi ,pelosi, fortissimi scavatori, caprioli con corna decidue e con il rumine.

I caprioli infatti, dopo aver mangiato l’erba e gli altri vegetali, li fanno ritornare su e li rimasticano, come fanno le mucche. Sono presenti anche cervi, tassi, insetti, come la mantide religiosa, un insetto pericoloso (solo per gli altri insetti, è ovvio!) e tante cavallette. Ci sono rettili come lucertole, ramarri e bisce, rospi e rane e un anfibio velenoso chiamato ululone dal ventre giallo. Da qualche tempo si riproduce agevolmente anche l’istrice e non è difficile ritrovare in prati e boschi i suoi lunghi aculei.
Dentro la grotta della Spipola vivono anche numerose specie di pipistrelli, tra cui i più comuni sono il ferro di cavallo minore e maggiore, mentre il più buffo, munito d’enormi padiglioni auricolari, è l’orecchione.

Altre numerose specie sono più o meno curiose: i Ronolofidi, muniti di un naso stranissimo, mentre i Vespertilionidi non ne sono provvisti, ma hanno il trago, un’appendice posta sul padiglione auricolare.

Unici mammiferi in grado di volare grazie al patagio, membrana tesa fra le dita, completamente ciechi, si orientano, come tutti sanno, con gli ultrasuoni che i Vespertilionidi emettono dalla laringe e i Rinolofidi emettono dal naso e che, dopo essere riflessi dall’ostacolo, saranno ricevuti con le orecchie. Si possono riunire in enormi colonie nei soffitti delle grotte in centinaia di esemplari di una stessa specie, anche durante la stagione degli amori oltre che per il letargo.

I pipistrelli sono anche costretti a difendersi dalla luce perché il patagio è ricco di vasi sanguigni, si disidrata e si raffredda facilmente. E' per questo che si rifugiano nelle grotte dove l’umidità è altissima e la luce è assente ed è qui che vivono, si riproducono e vanno in letargo durante l’inverno dove si appendono al soffitto e lasciano cadere il guano (escrementi) senza staccarsi ed è meglio non disturbarli.

Si nutrono di coleotteri, zanzare, ragni praticamente trasparenti e farfalle notturne, che sono presenti nella grotta assieme a crostacei il più delle volte ciechi, depigmentati, molto corti e che vivono nelle pozze d’acqua.

I chirotteri hanno bisogno di una quantità di insetti pari al loro peso, cioè circa 5000 insetti. Non vedrete però nessuno di questi insetti perché stanno ben lontani dalle persone e non sono molto numerosi perché vengono uccisi dai pesticidi.
Ci sono anche i ragni come il Meta menardi, ragno velenoso che forma tele poligonali, la tegenaria parietina, altro ragno, e farfalle notturne o crepuscolari come la dolicopoda che in rare occasioni esce in sciami numerosissimi per sfamarsi, spinta dal poco cibo presente nella grotta. Possiede arti molto lunghi, organi del tatto e dell’olfatto sviluppatissimi, è depigmentata e priva di ali.

Un altro ragno è il nesticus eremita un ragno che ha perso l’abitudine a costruire tele ordinate, pressoché cieco e depigmentato, cattura una preda solo con l’olfatto collegato con i peli sparsi per il suo corpo. Tutti questi insetti hanno subito l’atrofizzazione degli organi di senso, della vista e dell’udito. Presenti nella grotta della Spipola ed anche nella grotta Coralupi e dell’Acquafredda, anche dei vertebrati, oltre che rospi "passeggeri" che cercano riparo al caldo delle grotte bolognesi.

All’entrata troviamo zanzare, farfalle notturne, ragni e pipistrelli, più avanti troviamo il triglobio acquatico, una specie di gamberetto cieco e depigmentato, più avanti, nella sala del fango, insetti, coleotteri e crostacei.

Dopo comincia la grotta dell’Acquafredda.

Le piante che vivono con la fotosintesi clorofilliana non possono sopravvivere perché non arrivano le radiazioni luminose. Quindi i grassi, le proteine e le vitamine le devono trarre dagli strati minerali e lo fanno grazie a un processo effettuato dalla flora batterica, che per questo è indispensabile all’ecosistema della grotta e alla catena alimentare di essa. L'ecosistema della grotta si può paragonare ad una montagna rovesciata, ma gli animali presenti nella zona di profonda oscurità e nella zona di penombra sono pressoché uguali.

Fuori e dentro la grotta ci siamo anche noi "visitatori" che avendo imparato tutto questo ci guarderemo dall’arrecare danni e disturbo!

Simone detto "Tappo"