Solo il sole può calmare i nostri cuori

E' una mattina afosa e una ragazza di sette anni sta camminando per una stradina stretta e lunga.
Il suo nome è Pilar, porta una maglietta rossa e dei pantaloncini bianchi e corti, non ha le scarpe. E' tutta sporca di polvere, non sta andando a giocare con i suoi amici ma a cucire dei palloni.
Lavora dodici ore al giorno senza mai fermarsi.
Quando arriva, entra in una stanza buia e sporca poi si siede su uno sgabello vecchio e mezzo rotto e inizia a lavorare. Vicino a lei c'è una bambina molto piccola con tantissimi buchi sulle dita.
Pilar preferirebbe andare a scuola a studiare ma non può, la sua vita è quella e per lei oggi è come domani, per Pilar tutti i giorni sono uguali. Non riceve mai dei regali e quando arriva a casa non può divertirsi perché deve accudire i suoi fratellini e aiutare sua madre gravemente malata.
E' arrivata l'ora di tornare alla sua capanna. Ripercorre la stradina piena di sassi. La sua casa non è di mattoni, ma di paglia e di fango. E' lei che deve fare i lavori domestici perché i suoi fratellini sono ancora molto piccoli per poterla aiutare, suo padre è morto tre anni prima, sua madre è ammalata e chiunque cerca di stare lontano da quella famiglia.
Pilar ha freddo e si rannicchia per terra. Ormai è sera e sua madre, i suoi fratelli e lei devono andare a letto quindi Pilar stende un tappeto per terra, prima lo scuote perché è pieno di polvere, ecco qui il loro lettino caldo, non hanno neanche i cuscini, poveretti! E' la prima a svegliarsi perché deve andare a lavoro. Però oggi quando sta per forare il pallone si buca il dito e prima di andare a lavarsi controlla con l'alta mano di non averlo sporcato perché per lei sarebbe la fine e non potrebbe più mantenere la sua famiglia.
Un giorno la ragazza si sente molto male perciò non può andare a lavorare. Quando sua madre dorme e i suoi fratellini sono andati a giocare lei corre su un'altura e poi guarda la città e si accorge che vista da lì è piccolissima, allora pensa: "Dio è più in alto di me chissà come ci vede da lassù. Forse è lui che ci muove come se fossimo dei giocattoli o forse ci guarda solamente e ci fa fare ciò che vogliamo."
Poi si siede e si dice: "Sicuramente al mondo ci sono persone che stanno peggio di me!" Poi, dopo una lunga pausa di silenzio, guarda il sole. "Oh il sole".
Più calava e più il cuore di Pilar batteva forte:
"Non ho mai visto un tramonto" ma credo che questo sia il più bello perché ci sono anch'io a guardarlo. Il sole tramonta e riscalda i cuori di tutte le persone che lo osservano calare e perciò anche quello di Pilar. Per lei questo fatto è straordinario. Quando ritorna a casa sta meglio e non pensa più alla sua infanzia senza divertimenti: è convinta di iniziare una nuova vita e nuove esperienze.
Anche Pilar, come noi, sogna.

Veronica Villa