Ricordi d’Africa

La professoressa srotolò il mappamondo, gli occhi di Aisha caddero sulla grande madre Africa e una lacrima scese silenziosa sulla guancia della bambina.
Come un flash mille ricordi le invasero la mente: il suo villaggio nel Congo, le danze, i colori della foresta, gli amici, ma subito ricordi orrendi annebbiarono quelli felici: la fame, la malaria, la distruzione del villaggio, quegli spietati soldati, quella guerra dimenticata da tutti, la disperata fuga dall’Africa, fino all’arrivo clandestino in Italia.
Poi però Aisha ricordò che un giorno la felicità era tornata a illuminarle il viso: quasi per miracolo suo padre aveva trovato un lavoro e aveva ottenuto il permesso di soggiorno.
Poi ripensò al primo giorno nella nuova scuola, alla vista di tutti i nuovi compagni: loro avevano la pelle chiara, i capelli lisci e la bocca sottile. Anche i modi di fare e di vestire erano diversi. Lei però si era adattata e spesso si dimenticava del colore della sua pelle.
Infine rise dei sogni che aveva in Africa, sogni che adesso le sembravano sciocchi.
"Aisha, ora vieni a parlare della tua terra". Così la voce della professoressa la svegliò.
Ora era alla cattedra a parlare con orgoglio di quello che era il suo amato passato.
Lei era diversa e questo la rendeva unica!

Virna Ravaglia