Scomparso
Luiz Cardoso, Mondadori
"Lo portarono via un sabato mattina. Portarono via
papà". Con queste parole inizia "Scomparso", romanzo
ambientato nel Brasile degli anni '70, quando il paese era governato dalla
dittatura militare.
Il libro racconta la storia di un uomo, idealista e benestante, che all'improvviso
viene portato via dalla polizia; di lui non si saprà più
nulla. L'unica sua colpa è quella di avere aiutato gli esuli costretti
a rifugiarsi all'estero.
Questo dramma familiare viene narrato da più personaggi e ognuno
vive la situazione a modo proprio: all'inizio la voce narrante è
quella di Tulinho, il figlio piccolo, il quale appare confuso, stordito,
senza guida e non riesce a credere che il papà sia stato ucciso.
Poi la parola passa a Doravante, la figlia quindicenne che ha capito benissimo
la situazione e sfoga tutta la sua rabbia litigando con la madre e scappando
da casa. Infine il punto di vista è quello di Petrona, la domestica,
la quale ormai ha visto tanta sofferenza tra il popolo e non si stupisce
più di niente.
Tra i vari personaggi quello in cui mi sono identificato di più
è Doravante, perché nelle situazioni dolorose anche io mi
faccio prendere dalla rabbia e non sempre penso alle conseguenze delle
mie azioni.
L'autore Luiz Cardoso affronta in questo romanzo un tema importante: la
tragedia della dittatura che annienta l'uomo rendendolo schiavo. Questo
libro mi ha fatto capire quanto è bello poter esprimere liberamente
le proprie idee e mi ha insegnato che di fronte al male nessuno può
giustificarsi dicendo "Non lo sapevo": tutti infatti siamo responsabili
di ciò che succede intorno a noi.
Consiglio questo romanzo alle persone idealiste che non si accontentano
di vivere solo nel loro piccolo quotidiano, ma che desiderano spingere
lontano il loro sguardo e i loro sogni.
Giacomo Z. - classe 2C
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