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Cognome: Ape Nome: Fuco Nato: da uova non fecondate, in celle un po' più grandi del normale, a cominciare dalla fine dell'inverno. Per diventare insetti adulti ci mettono 24 giorni. Altezza: lunghi 15 mm circa Professione: accoppiamento in volo con una regina Segni particolari: più grandi e tozzi delle operaie e con le ali più lunghe. Bocca non è adatta a succhiare il nettare e privi nelle zampe di strumenti per raccogliere il polline. Devono essere mantenuti dalle operaie. Privi di pungiglione non si possono difendere. Per la regina hanno buone antenne. Abitudini sociali: Collaborano come possono alla vita dell'alveare producendo calore, utile alle larve, e lavorando per il trasporto del miele all'interno della loro casa. In giornate calde, soleggiate e con poco vento, escono dall'alveare in cerca di una regina. Quando la trovano la inseguono, facendo la gara con tanti altri fuchi. Prospettive per il futuro: essere allontanati o uccisi dalle operaie dopo il volo nuziale. Vita media:50gg. |
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Cognome: Ape |
Usi e costumi ...di mamme ce n'è una sola
Durante l'inverno, per ripararsi dal freddo, le api stanno vicine,vicine
in una zona centrale del nido e formano il cosiddetto "glomere". Vivono grazie
alle scorte di miele e polline che, pazientemente, hanno messo da parte nella
precedente buona stagione.
Con i primi tepori primaverili ricominciano la loro attività: dapprima
ripuliscono l'alveare. Dopo si dedicano freneticamente al lavoro che rallenterà
soltanto nell'inverno successivo. Le bottinatrici volano alla ricerca di nettare,
polline
e quant'altro serva alla famiglia. Al loro rientro, ancora appoggiate
all'ingresso dell'alveare, vengono bloccate dalle api guardiane che le "annusano"
con le antenne per controllare che non siano delle intruse. Una volta riconosciute,
le bottinatrici cominciano una strana danza. In questo modo, con incredibile
precisione, comunicano alle compagne dove trovare il cibo migliore. Consegnano
infine il loro prezioso carico a delle api più giovani, non ancora promosse
a bottinatrici, che si occuperanno, dopo vari scambi, di immagazzinarlo nelle
celle.
Intanto la regina comincia a deporre le uova. Inizia da una zona centrale di
un favo disegnando cerchi concentrici. A nutrirla ed accudirla pensano un folto
gruppo di api operaie (ancelle o dame d'onore). Le nutrici si preoccupano di
portare alle piccole larve, chiuse nelle celle, polline, miele, pappa reale
e acqua.
Sparse qua e là per l'alveare anche le larve contenute nelle celle reali vengono
nutrite e accudite. Da una di queste si svilupperà la futura regina che prenderà
il posto della sua mamma.
Infatti, quando da una cella reale spunta una nuova aspirante regina, quella
più vecchia smette di deporre le uova e, seguita da metà delle operaie, lascia
l'alveare per fondarne, in un altro posto, uno nuovo.
Questo fenomeno, che prende il nome di "sciamatura", è il modo di riprodursi
del nostro "super-organismo".
Nel frattempo, la giovane regina perlustra il suo nuovo regno alla ricerca delle
altre celle reali. Deve, infatti, eliminare, uccidendole con il suo pungiglione,
tutte le concorrenti. Le regine non sono aggressive ed usano il pungiglione
solo in questa circostanza.
A volte le operaie proteggono alcune di queste celle reali impedendo alla nuova
regina di uccidere la regina in essa contenuta. Allora anche la regina appena
eletta radunerà il suo gruppo di operaie e sciamerà fondando una nuova famiglia.
Comunque sia, alla fine, soltanto una nuova regina rimarrà nell'arnia. Il suo
primo compito è quello di cercarsi un maschioper accoppiarsi e poter iniziare
a deporre le uova. Senza l'accoppiamento, infatti sarebbe in grado di deporre
soltanto uova non fecondate dalle quali nascerebbero solo fuchi.
La regina, quindi, esce dall'alveare ed inizia il suo "volo nuziale", seguita
da tanti fuchi: almeno un attimo di gloria in volo e "vinca il migliore".
Una volta per tutte! e al rientro la regina lavorerà da mamma per sempre
(inverno escluso).
Alla fine dell'estate, se tutto è andato bene, la famiglia sarà abbastanza
forte e con sufficienti riserve per poter affrontare il duro inverno.