estratto da un interessante e vasto articolo di Gianni Savorelli

I feromoni come linguaggio tecnico di comunicazione

La comunicazione delle api è l' aspetto fondamentale della comprensione del funzionamento dell'alveare e ha parecchi aspetti ancora poco noti. Sono ben note le " danze " e i loro aspetti funzionali, si sa che il ronzio dell'alveare può variare in intensità e frequenza e si sa che questo ha uno scopo di comunicazione.E' stata individuata una frequenza tipica in ogni situazione dell'alveare, compresa la sciamatura e sciami in partenza hanno interrotto la sciamatura ritornando nell'alveare quando è stata loro proposta una particolare frequenza.
Di altri aspetti funzionali si è ignorato fino a poco tempo fa praticamente tutto.
Come fanno ad esempio le larve a " dire " alle nutrici di che cosa hanno bisogno e viceversa , come fanno queste a capire le differenze di età della stessa o quale tipo di cibo deve essere loro di conseguenza somministrato o quando la cella deve essere opercolata . La scoperta di sostanze odorose che funzionano da mediatori di informazioni ha contribuito notevolmente a spiegare la complessità dei fenomeni dell'alveare e del perché avvengono proprio in quel modo. Queste sostanze odorose sono state definite feromoni. Un feromone è dunque una sostanza odorosa che se prodotta da un soggetto , produce una reazione comportamentale in uno o più di uno dei suoi simili.

Le api, essendo in pratica una entità sociale di molti elementi che svolgono svariate attività, hanno bisogno di un numero piuttosto alto di queste sostanze odorose per svolgere, coordinare e regolare nello spazio e nel tempo queste attività nel migliore dei modi , senza sprechi e senza confusioni.
Almeno 36, che nell'insieme costituiscono un linguaggio intricato.
Feromoni primari e secondari

I feromoni della regina appartengono ad una classe definita " feromoni primari", che esercitano un più fondamentale livello di controllo delle attività della colonia. Possono essere stimolatori o inibitori a seconda della situazione.
Anche i feromoni della covata sono feromoni primari.
E' immediatamente evidente che la selezione naturale tende ad eliminare quei soggetti, siano api od altri tipi di animali , in cui questi sistemi di comunicazione non funzionano a dovere ed è altrettanto evidente che l'efficienza di questi sistemi ha un peso enorme nelle performances delle famiglie.

Entrando nello specifico dei feromoni delle api possiamo cominciare a considerare che le api hanno una casa. Sia essa un tronco o il più moderno modello di arnia razionale esse avvertono immediatamente l'esigenza che la casa sia riconoscibile da eventuali altre e come sappiamo, in molti casi sono poco propense a tollerare api estranee alla famiglia.
E' stato scoperto che l'odore di un alveare deriva dall'odore " della pelle " delle api ( idrocarboni cuticolari ) . Queste sostanze si fissano nella cera, dove vengono conservate e vanno a costituire l'odore di riferimento a cui le guardiane paragonano le api che arrivano all'alveare dividendole in api di casa che vengono accettate e api estranee che sono accettate solo se portano qualcosa.
Questi odori sono anche quelli che rendono difficile la riunione di famiglie senza precauzioni. E' stato verificato che dando a due famiglie da riunire a ciascuna i favi dell'altra, la riunione avviene molto facilmente. Anche api appena nate vengono accettate senza problemi ( visto che sono prive di odori).Lo stesso avviene per api adulte, ma lavate per togliere l'odore caratteristico.
Di conseguenza è stato anche ipotizzato che facendo passeggiare per una mezzoretta la regina che deve essere introdotta in un alveare su uno dei favi di questo, essa possa essere tranquillamente accettata.

Riepilogo
Aspetti fondamentali dei parametri feromonali di controllo delle api e relative caratteristiche
Allevamento di covata
la quantità di covata allevata è dipendente anche dai parametri ambientali , primo fra tutti la temperatura
in inverno- le api in glomere nel periodo invernale cominciano ad un certo punto ad allevare covata nel centro di esso in molti casi con temperature esterne prossime allo zero. Ciò non sembrerebbe molto ergonomico eppure rientra nella logica delle api . Quando e perché le api cominciano ad allevare covata durante il periodo invernale andando incontro ad un alto dispendio energetico?
La ragione che al momento sembra più plausibile è la seguente: le api hanno la possibilità di monitorare in continuazione l'età della popolazione utilizzando l'odore caratteristico dell'età.
In questo modo si rendono facilmente conto se l'invecchiamento della popolazione è eccessivo e tale da mettere in pericolo la prosecuzione del glomere e il successivo sviluppo della famiglia a causa di una eccessiva perdita di popolazione ( morte da vecchiaia ) che porta le restanti ad essere troppo poche per far fronte alle necessità incombenti. In questa condizione non vi è altra alternativa che allevare giovani api anche a temperature molto basse e a costi energetici molto alti.
Lo stesso meccanismo sembra utilizzato in autunno per porre termine alla deposizione .
Il tutto come carattere generale con ovvie differenze sull'applicazione del metodo a seconda delle caratteristiche genetiche di ogni popolazione.

In primavera- la quantità di covata allevabile è funzione delle risorse alimentari disponibili alle nutrici e delle condizioni metereologiche. Bisogna considerare che le risorse disponibili alle nutrici dipendono dalle bottinatrici ( oltre che dalla disponibilità esterna ) le quali sono stimolate ad una maggiore attività da una maggiore quantità di feromone mandibolare proveniente da una regina.

Sostituzione della regina - la presenza del feromone mandibolare significa " la regina è presente ".
la quantità di feromoni della covata dà la misura della quantità di covata deposta. In situazione di buon clima e disponibilità alimentare le api spingeranno di più la regina alla deposizione ( probabilmente tramite l'alimentazione in larga parte ) . Questa può però non essere in grado di sostenere il ritmo produttivo richiesto. Dalla quantità di feromoni della covata le api si accorgono che la deposizione non aumenta convenientemente e la sostituiscono

Sciamatura- i sistemi feromonali coinvolti sono tre :
mandibolare della regina
della covata
dell'età delle api adulte

questi sistemi sono condizionati dalla disponibilità di risorse presenti e dalle loro caratteristiche ( particolari pollini sono più " sciamerecci " di altri a causa dei particolari aminoacidi che li costituiscono, ma anche perché disponibili in quantità industriali.

Le condizioni da evitare sono:
spazio in difetto
mancanza di spazio nel nido tale da non consentire il ricambio della covata ( brusca interruzione della deposizione per mancanza di spazio )
asportazione di covata disopercolata da parte dell'apicoltore, che produce l'effetto contrario a quello desiderato facendo partire la sciamatura

Casi particolari - il rapporto tra sistemi di valutazione feromonali e importazione di nettare ( diapause nella deposizione )

L'importazione di nettare , che per la famiglia significa inizio dell'accumulo di scorte per il periodo invernale è aspetto fondamentale che non solo ha un peso sulla valutazione dei sistemi feromonali, ma li porta anche in certi casi a non essere quasi per niente considerati.
Quando la famiglia ha raggiunto l'apice dello sviluppo di popolazione senza sciamare, la deposizione diminuisce progressivamente fino a raggiungere una pausa quasi totale ( diapausa ).Le api stoccano una gran quantità di miele nell'alveare. Come conseguenza,altri organismi cercano di rubare questo cibo alla colonia.Le api hanno perciò imparato a riconoscere i predatori e anche api di altre colonie con istinti "disonesti".
Queste conoscenze si manifestano come difesa dell'alveare dagli intrusi.La difesa della colonia consiste in una varietà di comportamenti comprendente attività di pulizia, evacuazione di piccoli organismi e detriti ( inclusi patogeni e api morte ) e azioni aggressive con utilizzo di pungiglione.Gli apicoltori hanno spesso bisogno di controllare il comportamento difensivo delle api, specie quando è necessario riunire colonie o introdurre nuove regine.
E' risaputo che ogni colonia ha il suo odore tipico, ma quali sono le componenti fondamentali di questo odore? Ogni colonia è pregna degli odori dei feromoni delle api,di differenti nettari e resine raccolte dagli alberi, prodotti dell'alveare, sostanze della regina e molto altro.Quali di questi segnali sono associati col segnale di azione aggressiva?
Si pensava che certe ghiandole( come quella di Nasonov) provvedessero allo spunto di ricognizione ma si è poi verificato ( Michener 74) che queste ghiandole odorose producono sostanze specifiche della specie e non specifiche della famiglia.
Invece, odori associati a fonti di cibo, come differenti fiori, sono assorbiti dalle api e possono diventare " spunto di ricognizione".E' tuttavia difficile pensare che le api guardiane possano distinguere quelle di casa dalle estranee solo sulla base dell'odore di fonti di cibo. In aggiunta vi sono evidenze di come l'odore " di casa" di una famiglia possa essere assorbito dalla cuticola delle api dagli odori presenti nell'aria dell'alveare ( Renner 60).Breed (98) propone nuove informazioni sul ruolo dei feromoni da ricognizione. Il suo lavoro si è basato sulla valutazione della capacità di differenti odori di essere " spunto di ricognizione" e di condurre di conseguenza a comportamenti di aggressività. Gli acidi grassi e gli idrocarboni prodotti dalla cuticola delle api, che si vanno ad incorporare nella cera dei favi costituiscono una marcatura chiave.
Breed ha provato ad allevare api in laboratorio senza esporle al contatto con alcun favo .Ne ha successivamente riunito una parte con api sorelle. Le altre sono state esposte ai favi di un' altra colonia e riunite anch'esse con le sorelle. Le api allevate in laboratorio che erano state a contatto coi favi estranei hanno ricevuto un'accoglienza significativamente più violenta. Successivamente ha poi verificato che le api neonate, prive di " marcature" odorose, non vengono attaccate. Ciò spiega perché la covata nascente di altre colonie è ben accettata dalle api di qualsiasi famiglia. A questo punto vecchie bottinatrici sono state "lavate" per privarle del loro odore e inserite nella famiglia in studio. Sono state accettate senza aggressioni, esattamente come se fossero neonate .Su queste basi non si può sostenere che il contatto coi favi sia il solo fattore associato con lo " spunto di ricognizione". Secondo Breed sono tre i fattori che influenzano l'accettazione da parte delle guardiane:
* precedente esposizione delle guardiane al contatto coi favi perché possano assumere il marcatore di riferimento
*età dei favi
*condivisione di una madre fra le guardiane e le api che entrano con ciò conclude che l'odore dei favi è il principale segnale percepito dalle guardiane .

Si è voluto provare ad utilizzare queste nuove conoscenze per facilitare la riunione di famiglie.
Si è perciò provveduto nella riunione ad invertire alcuni favi vecchi tra le due famiglie dando ad ognuna quelli appartenuti all'altra. Per rendere la prova più interessante si è provato a riunire una famiglia con regina chiara italiana ad una famiglia di api nere ( orfana ) , di provenienza ignota , che in due precedenti occasioni aveva rifiutato la regina introdotta.
Dopo otto giorni è stato possibile osservare la regina italiana circondata da un mix di api chiare e scure.....
Sulla base di questo successo si è voluto provare qualcos'altro. Si è provveduto a rinforzare due nuclei deboli con una tecnica un po' particolare. Un favo proveniente da ciascuno dei nuclei è stato introdotto in una famiglia donatrice .Dopo 30 minuti è stato ritirato coperto di api ( facendo attenzione che non vi fosse la regina) ed inserito di nuovo nel nucleo di provenienza. Il risultato è stato positivo.
Lo scambio di favi tra le colonie fa assumere un marcatore comune ad entrambe, api esposte al contatto coi favi di casa vengono trattate come sorelle dalle api guardiane.
Questa tecnica potrebbe risultare utile per l'introduzione delle regine. La regina da introdurre potrebbe essere mantenuta un po' di tempo su un favo vecchio della colonia ricevente prima della sua introduzione per farle assumere il marcatore della famiglia.

Una volta identificati eventuali estranei all'alveare ( di odore diverso ) le guardiane avranno necessità di attaccarli e di comunicare l'attacco alle consorelle affinché queste possano dar manforte e rendere efficace la strategia difensiva. Per questa funzione , il veleno delle api funziona egregiamente come feromone d'allarme. Più o meno a tutti sarà capitato di essere punti due, tre, quattro volte nello stesso punto e di chiedersi: " ma perché proprio sempre lì?" La risposta è che le api percepiscono che quella zona è stata attaccata e per "solidarietà " ripetono l'attacco.

Il feromone d'allarme ha una struttura complessa .Il costituente principale è l'isopentilacetato.

Se passiamo ad analizzare le altre attività interne dell'alveare potremo dividerne i feromoni che le caratterizzano in tre grandi categorie :
**i feromoni della regina
**i feromoni della covata
**i feromoni delle api adulte e dei fuchi
La regina è sicuramente in grado di secernere diversi tipi di feromoni . Fino a poco tempo fa si riteneva fossero tre. Oggi ci sono alcune perplessità sul reale ruolo delle secrezioni di alcune ghiandole.

Struttura delle ghiandole esocrine delle api e loro secrezioni

Le ghiandole delle api che secernono feromoni sono associate con
- le parti boccali ( ghiandola mandibolare )
- col pungiglione ( ghiandola di Koschewnicow )
- zampe ( ghiandola tarsale )
- ghiandole tergali e addominali ( ghiandole di renner nelle regine e di Nassonov nelle operaie ) . Queste ghiandole sono di tipo I e III. Le secrezioni feromonali agiscono da sole o in sinergia con altre in varie situazioni e condizioni e regolano molte delle funzioni sociali dell'alveare.

Oltre al feromone prodotto dalle ghiandole mandibolari ( identificato e prodotto sinteticamente a scopi commerciali ) si può parlare di :

La ghiandola tergale è stata lungamente considerata come sorgente feromonale Le funzioni proposte per le secrezioni di questa ghiandola sono state principalmente attrazione di fuchi e operaie, e marcatura . Questa ghiandola secerne in special modo esteri di decanoato ( specialmente decidecanoato) che non sono stati testati per specifiche funzioni. La ghiandola non sembra produrre attrazione delle operaie per la regina. Le funzioni della secrezione di questa ghiandola rimangono pertanto speculative.

La regina deposita sulla cera sostanze che possono inibire la costruzione di celle. Queste sostanze potrebbero essere originate da una ghiandola tarsale ( Lenski-Slazebi 81 ) ma potrebbe anche trattarsi di feromone mandibolare. L'esistenza di ghiandole nelle zampe delle regina ( tarsali ) non è mai stata dimostrata e se esiste la funzione di questi elementi rimane inesplorata.

Un'altra sostanza apparentemente feromonale risulta prodotta dalla ghiandola di Dufur e viene depositata sulle uova che la regina ha deposto. La funzione proposta per questa secrezione è di identificare le uova come un " prodotto della regina " in maniera da non vederle divorate dalle api come frequentemente lo sono le uova deposte da operaie.

Il comportamento sociale delle api è largamente regolato da feromoni prodotti da una pletora di ghiandole esocrine . Molti di questi risultano specifici della casta e ampiamente variabili al variare di altre condizioni.Nelle operaie la ghiandola di Dufur contiene circa 1,15 microgrammi di secrezione, tipicizzata da lunghe catene di alcani. Nella regina la ghiandola è molto più sviluppata e contiene circa 20 microgrammi di secrezione . Questa è costituita da idrocarboni saturi e insaturi, accompagnati da esteri a catena lunga ed è molto diversa da quella delle operaie. Questa differenza sembra legata alla deposizione di uova , dal momento che la ghiandola di operaie deponenti risulta contenere 3,44 microgrammi di secrezione.Questa secrezione presenta inoltre maggiori analogie che non quelle della regina. Analisi delle uova deposte da una normale regina hanno rivelato che queste vengono marcate per mezzo della secrezione della ghiandola di Dufur . La presenza della regina inibisce la sintesi di secrezione nella ghiandola di Dufur delle operaie . Questo sembra avere un ruolo nella inibizione alla deposizione delle operaie.

Recentissimamente è stato scoperto un secondo feromone prodotto da ghiandole presenti nella testa della regina ( ma non mandibolare ) che è in via di identificazione e sintesi. Anche le funzioni di questa secrezione sono ignote.